venerdì, Novembre 22, 2024
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La Chernobyl della Campania: dopo 25 anni dal disastro Agrimonda, parte lo screening

L’incendio dell’ Agrimonda e l’aumento dei tumori

Ormai sono trascorsi quasi 25 anni: correva l’8 Luglio 1995, ed erano le tre di notte. L’Agrimonda era un deposito di fitofarmaci, adibita per i prodotti per l’agricoltura. Il rogo ridusse in cenere un’area di 2700 metri quadrati in cui erano stipate 235 tonnellate di sostante, fra pesticidi e fertilizzanti che intossicarono la popolazione. I residenti di via Pasubio, a Lausdomini, dovettero trasferirsi ed evacuare i paraggi. L’incubo, purtroppo, non finì con quella notte: i casi di cancro aumentarono a dismisura nella zona e col tempo anche i bambini nascituri furono affetti, con malformazioni e malattie.

Sebbene le indagini dimostrassero che l’origine dell’incendio era dolosa, nessuno pagò mai per le proprie azioni: un colpevole non fu mai trovato e l’inchiesta fu archiviata. I proprietari del deposito non si sono mai ripresi dal colpaccio. I comitati civici hanno presentato per anni denunce penali contro le istituzioni per omesso intervento. Poi sit-in, proteste e vertenze giudiziarie alla procura di Nola. L’anno scorso un camion ha portato via le scorie dei rifiuti, 5mila tonnellate di rifiuti bruciati e scorie.

Istituito un tavolo di lavoro per la tutela della popolazione

Su sollecitazione dei sindaci di Marigliano e Mariglianella, Antonio Carpino e Felice di Maiolo, l’Asl Na 3 sud ha istituito un tavolo di lavoro per la tutela della salute della popolazione. Meglio tardi che mai. È, tra l’altro, in ritardo il piano di caratterizzazione dell’Arpac (che doveva essere pronto a luglio) e si attende che si faccia chiarezza sulla falda acquifera. Che secondo i rilievi fatti ai tempi e secondo le ordinanze di divieto dei sindaci che si sono succeduti negli anni è stata raggiunta dai veleni fino a 4.5 metri di profondità.

2 milioni di risorse per la bonifica

Dal 1995 la situazione dell’Agrimonda ha avuto il suo primo risvolto soltanto nel 2006 quando l’ex deposito di fitofarmaci fu inserito nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio – Flegreo ed Agro Aversano dal ministero dell’Ambiente per iniziativa della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, all’epoca presieduta da Paolo Russo. Le risorse stanziate fino ad oggi hanno sfiorato i due milioni di euro. Inizialmente un milione e 700mila (962 mila messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente e la restante parte dalla Regione Campania quando era presidente Stefano Caldoro),  sono stati aggiunti altri soldi per completare l’opera, resi disponibili dall’attuale presidente Vincenzo De Luca.

Non è certo se la bonifica superficiale effettuata con il “trasloco” dei residui da parte dei camion sia sufficiente o se invece occorra, come chiedono le associazioni ambientaliste, un intervento più radicale su quei terreni. È per questo che si è corso ai ripari con l’istituzione del tavolo sanitario. Mario Fusco, responsabile del Registro Tumori dell’Asl Na 3 Sud, ha ricevuto mandato dalla stessa Azienda sanitaria, sollecitata dai sindaci, di costituire e coordinare un gruppo di lavoro per il monitoraggio della salute dei cittadini di Marigliano e Mariglianella residenti in prossimità all’ex deposito di materiali chimici.

«Il gruppo di lavoro Agrimonda – si legge in una nota diramata ieri dell’Asl – vede la partecipazione del Registro Tumori e dell’Unità Operativa Prevenzione aziendali, dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale-Campania, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, dell’Università Federico II di Napoli, ma anche di due rappresentanti della cittadinanza attiva. Si indagherà in modo rigoroso e trasparente sullo stato di salute della popolazione, ma si favorirà anche la partecipazione diretta e consapevole della popolazione alle conclusioni ed alle scelte operate dallo stesso gruppo di lavoro». Un provvedimento che ha tardato decisamente troppo, ma che non si può disdegnare ora che è arrivato.

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