Oscar 2020: dei cinque film che potrebbero rappresentare l’Italia, ben tre hanno a che fare con Napoli.
Oltre a “Il Primo Re” di Matteo Rovere e “Il Traditore” di Marco Bellocchio, la cinquina si compone, infatti, di “Martin Eden” di Pietro Marcello, fresco di Coppa Volpi a Luca Marinelli per la sua interpretazione al Festival di Venezia. A fargli compagnia ci sono “La Paranza dei Bambini” di Claudio Giovannesi, tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano, e “Il Vizio della Speranza” di Edoardo De Angelis, che ha visto premiata l’attrice non protagonista Marina Confalone agli scorsi David di Donatello.
Un riconoscimento importante per la città di Napoli che, dopo anni passati nel dimenticatoio, ritorna prepotente sulla scena cinematografica degli ultimi anni.
Il cinema sembra, infatti, aver trovato una nuova casa a Napoli, una casa dove ha scoperto storie che valga la pena raccontare.
È il caso de “Il Vizio della Speranza”, film che racconta il traffico di uteri in affitto in quel di Castel Volturno. Ma è anche il caso de “La Paranza dei Bambini” dove scopriamo la perdita dell’innocenza dei baby-boss.
Ma oltre la denuncia sociale, Napoli rimane sempre e comunque un’ambientazione suggestiva come poche altre.
È probabilmente per questo che il “Martin Eden” californiano della penna di Jack London cambia i suoi connotati e si ritrova ad essere un pescatore napoletano nel film di Marcello. Perché, come spiega il regista stesso, in fondo tutte le città di porto un po’ si somigliano.
Entro il 1° ottobre, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) dovrà riunirsi per decidere quale tra i cinque film verrà presentato all’Accademy. A sua volta, l’Accademy renderà note le candidature per la 92° edizione degli Oscar il prossimo 13 gennaio.
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