“Italia Viva” è il nome che Matteo Renzi ha dato al suo nuovo progetto politico.
Nonostante la nascita sia stata annunciata solo ieri – esattamente un giorno dopo la nomina di sottosegretari e ministri del nuovo governo Conte – è emerso che i siti del partito (italiaviva.org e italiaviva.eu) siano stati registrati il 9 agosto. Quando, cioè, erano passate appena 24 ore dall’apertura della crisi di governo e l’alleanza di governo tra PD e M5S sembrava lontana, se non impossibile.
Se però per molti l’addio di Matteo Renzi era già annunciato, anche il nome “Italia Viva” – ufficialmente reso noto ieri negli studi di Porta a Porta – ha una sua piccola storia. Non solo Renzi lo aveva già usato come slogan per la Leopolda 2012 ( “Viva l’Italia viva”), ma addirittura – prima di lui – lo aveva usato Walter Veltroni per la campagna elettorale del 2008. Campagna che non portò bene visto che – come molti ricorderanno – vide la vittoria del centrodestra, l’ultima a guida Berlusconi.
Per De Luca: “Un simpatico plagio”
Mentre la diaspora degli eletti a Roma è in atto (25 deputati e 15 senatori seguono il “rottamatore”, ma ancora confusa è la situazione a livello locale), in Campania il governatore De Luca si inserisce nella polemica non dell’addio ma del nome.
Attraverso un post sul suo profilo fb, fa sapere che Italia viva altro non che “un simpatico plagio”. Già nel marzo 2014, infatti, il governatore dem lo aveva usato per un’iniziativa sulla trasformazione urbana e sull’architettura moderna.
Italia viva o Italia flop?
A prescindere dalle vanità baudiane del governatore (“Italia viva? L’ho inventato io!”), il nome “Italia” ricorre spesso nei simboli di partito. Tolte le durature formazioni dei miglior nemici dem (“Forza Italia” del 1994 e “Fratelli d’Italia” del 2012), ci sono stati negli anni diversi esperimenti ben meno fortunati.
Luca Cordero di Montezemolo, nel 2011, studiava la discesa in campo in politica con “Italia Futura“. L’associazione fondata dall’ex presidente della Ferrari e di Confindustria nel 2009, però, pur avendo lanciato un vero e proprio manifesto politico (Verso la Terza Repubblica) si è fermata lì e non sembra avere futuro.
L’ex ministro del governo Monti Corrado Passera si inventò nel 2014 “Italia Unica” e non riuscì ad accaparrarsi neanche un’unica vittoria.
E stesso destino per l’ ex direttore generale di Confindustria e CEO di Fastweb Stefano Parisi che voleva rifondare il Centrodestra con “Energie per l’Italia” e che, invece, al momento, è stato solo un candidato senza successo per il sindaco alle elezioni comunali di Milano 2016.
Più che di “Italia viva”, insomma, pare opportuno parlare di “Italia rediviva”. Certo, non sarà il nome a decretare il successo o il flop del nuovo progetto del senatore di Scandicci, ma nomen omen (un nome un destino) dicevano i latini.