A Napoli esplode la questione Whirlpool. Dopo la notizia della cessione della struttura alla Prs, gli operai protestano, bloccando l’autostrada.
Questa mattina a Napoli è esplosa la protesta degli operai della Whirlpool che, con un lungo corteo, hanno invaso l’autostrada Napoli-Salerno e una carreggiata della tangenziale. Presenti alla manifestazione anche i leader delle principali sigle sindacali, come Fiom e Uilm.
La protesta si è formata spontaneamente alla fine di un’assemblea che si è svolta proprio stamattina davanti ai cancelli della fabbrica della Whirlpool. Centinaia di operai, infuriati ed esasperati, hanno manifestato il proprio disaccordo verso la scelta, annunciata ieri, della Whirpool di riconvertire lo stabilimento partenopeo. Al termine dell’assemblea, gli operai, sfilando su via Argine, si sono diretti verso l’autostrada, bloccandola all’altezza del casello dell’A3, dove hanno organizzato un sit-in.
Forti e chiari i cori dei partecipanti, che hanno chiesto garanzie sulla piena occupazione, contestando la recente decisione della multinazionale americana di cedere la struttura napoletana alla società svizzera Passive Refrigeration Solutions (Prs), specializzata in refrigerazione passiva.
La circolazione sull’A3, rimasta bloccata per due ore, è ritornata regolare alla fine della protesta, quando gli operari hanno lasciato il presidio e si sono riuniti in un’altra assemblea.
«È chiaro che la Whirlpool prova a esasperare i sindacati e i lavoratori napoletani e a minarne la resistenza, ma abbiamo coesione e volontà per non perdere questo importante insediamento produttivo» – queste le parole del segretario generale di Uil Campania, Giovanni Sgambati, presente durante la protesta.
Sarà deciso e annunciato domani, dopo la riunione dei delegati di tutti gli stabilimenti italiani Whirlpool, lo sciopero generale dei lavoratori del gruppo.
Il motivo
Il motivo della protesta di questa mattina è la decisione della Whirlpool di cedere il sito napoletano alla società di refrigerazione passiva PRS. Proprio oggi, infatti, è iniziata la procedura per la cessione dell’azienda, come ha dichiarato Luigi La Morgia, amministratore delegato di Whirlpool Italia.
Accordo «inaccettabile» e «offensivo» per i sindacati e per il governo, che, infatti, hanno dimostrato la propria ostilità nei confronti di questa mossa. Dall’ANSA, le parole della sottosegretaria al Ministero dell’Economia e dello Sviluppo (Mise), Alessandra Todde (M5S), secondo la quale la decisione di Whirlpool «è una grave scorrettezza da parte della multinazionale nei confronti sia del Governo che dei lavoratori».
Solo pochi mesi fa, La Morgia, dopo l’incontro con l’allora vice-premier Di Maio, aveva assicurato che la sede di Napoli non avrebbe chiuso e che sarebbe stata garantita l’occupazione.
Sta di fatto che la Whirlpool cederà lo stabilimento di via Argine alla start-up svizzera. La notizia della riconversione industriale è stata formalizzata durante l’incontro di ieri al Mise, primo dopo l’insediamento del nuovo governo. Come annunciato nella nota diffusa dalla multinazionale proprio al termine dell’incontro, «l’atto di cessione del ramo d’azienda sarà perfezionato entro il 31 ottobre 2019 e avrà efficacia a decorrere dal 1 novembre 2019».
Le posizioni di Whirlpool
Il motivo principale della decisione della multinazionale americana risiederebbe nell’insostenibilità del sito napoletano. La società di elettrodomestici, in una nota, motiva così la decisione della riconversione: «Il trasferimento del ramo d’azienda rappresenta l’unico modo per tutelare la massima occupazione a Napoli e offrire un futuro sostenibile di lungo termine allo stabilimento che, in alternativa, avrebbe cessato ogni attività produttiva». In particolare, poiché la fabbrica di via Argine è reputata una struttura idonea per la produzione di sistemi di refrigerazione passiva, «la nuova missione sarà in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali».