Momenti di tensione nel carcere di Secondigliano. Ieri pomeriggio, all’incirca verso le 13, un folto gruppo di detenuti, anziché lasciare il cortile al termine dell’ora d’aria per fare ritorno ai loro plessi di appartenenza, vi si è barricato all’interno inscenando una protesta per “i canali Sky che non funzionano e la carne è di bassa qualità“.
Sono stati utilizzati, da parte dei detenuti, i carrelli del vitto per bloccare le porte di accesso al cortile e barricarsi dentro. Il segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria Fattorello spiega l’accaduto: “Si sono vissuti momenti di tensione per alcune ore tanto che i poliziotti erano pronti ad intervenire in tenuta antisommossa. La professionalità messa in campo dal personale del Corpo intervenuti nei diversi ruoli ha consentito di riportare alla ragione i rivoltosi senza ricorrere alla forza. Alle 15,30 la protesta è rientrata”
Il sindacalista si è poi soffermato sulla mancanza di sicurezza nelle carceri napoletane e del Sud Italia in generale: “L’aspetto che lascia perplessi è che questi detenuti che oggi hanno protestato sono gli stessi che qualche mese addietro si sono resi responsabili della rivolta e devastazione del padiglione Salerno di Poggioreale. L’ amministrazione penitenziaria ha pensato bene di cambiare solo quartiere ai rivoltosi assegnandoli a Secondigliano anziché trasferirli fuori regione come lo stesso Capo Dap indica in una specifica circolare“.
Sulla stessa linea si è espresso il segretario generale del Sappe, Donato Capece: “Questa ennesima protesta, assurda per le futili ragioni, deve fare seriamente riflettere su quali e quanti problemi di sicurezza vi sono nelle carceri della Campania. La polizia penitenziaria sta pagando uno scotto pesante in termini di aggressioni fisiche, giorno dopo giorno si verificano aggressioni da parte dei detenuti che, il più delle volte, non si limitano ad aggressioni fisiche, ma inveiscono lanciando ai poliziotti le loro feci, la loro urina e la candeggina. Questo non si può più tollerare“.