sabato, Novembre 23, 2024
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Whirlpool, confermata la cessione, dramma per 420 lavoratori: Scioperi e blocco dell’A3

Caso Whirlpool: il 1 Novembre sarà ceduta definitivamente la Whirlpool di via Argine, Napoli. Scioperi, proteste e blocco delle strade da parte dei 420 lavoratori. Mobilitazione dal mondo politico. 

Il brutto sogno dei 420 lavoratori della fabbrica Whirlpool di via Argine, a Napoli est, dura ormai da 138 giorni e sta per diventare un incubo di qui a breve. Tra 15 giorni, 420 famiglie non avranno più uno stipendio con cui poter vivere. Nonostante un cambio di governo, un piano di incentivi del valore di 17 milioni inserito nel dl Imprese e diverse offerte di supporto l’azienda non ha cambiato idea e dal primo novembre fermerà la produzione partenopea di lavatrici. L’incontro tenutosi a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio e del ministro dello Sviluppo economico:

“Non è stato positivo”

come ha detto lo stesso Stefano Patuanelli. E l’azienda:

“Non ha fatto un passo in avanti”

ha poi chiarito anche il premier Giuseppe Conte. L’idea di riconvertire completamente lo stabilimento, passando dalla produzione di lavatrici a quella di container refrigerati (con la cessione del sito alla Prs di Lugano):

“Sarebbe l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità nel lungo periodo dello stabilimento”

ha tuonato per l’ennesima volta Whirpool Emea. La fabbrica, infatti, starebbe già operando al di sotto del 30% della sua capacità di produzione a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma. Il governo, però, la vede in maniera completamente diversa e come ha affermato Patuanelli, la cessione del ramo d’azienda alla Prs, un’operazione tendente:

“sostanzialmente verso l’ignoto”.

La presa di posizione della multinazionale, descritta come un atto unilaterale sia dal governo che dai sindacati, ha subito scatenato le proteste dei lavoratori che hanno prima bloccato per quasi due ore l’autostrada di Napoli e poi indetto uno sciopero a oltranza per la fabbrica di via Argine. Sia il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sia il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, hanno chiesto un incontro urgente al governo per individuare soluzioni alternative alla cessione dello stabilimento.

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