sabato, Novembre 23, 2024
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Da De Filippo a Lluís Pasqual: La grande magia al San Ferdinando

Di Anna Menale – Oggi Napoli piange i 35 anni senza Eduardo De Filippo, ma il commediografo non ha mai lasciato la città.

Un fascio di fiori è stato deposto stamattina nel suo camerino al teatro San Ferdinando dall’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele e gli allievi della scuola del Teatro stabile di Napoli, d’intesa con Tommaso De Filippo e il direttore della scuola Mariano Rigillo. A 35 anni dalla sua scomparsa, però, Eduardo De Filippo continua a (ri)vivere soprattutto attraverso le sue opere riprodotte nei migliori teatri di Napoli e non solo.

Proprio il San Ferdinando, ritenuto per eccellenza il “tempio” della commedia napoletana e quindi strettamente collegato alla sua figura – non solo per l’ubicazione nella piazza, nel cuore della Sanità, che da De Filippo prende il nome – ha deciso di inaugurare la stagione teatrale 2019-2020 con una sua commedia: “La Grande Magia”.

La Grande Magia: la commedia più amara di De Filippo al San Ferdinando

Scritta e interpretata da Eduardo De Filippo nel 1948, a mettere in scena è “La Grande Magia” al San Ferdinando è il regista spagnolo Lluís Pasqual, artista poliedrico e da sempre affascinato dal tema dell’illusione teatrale.

La commedia fu segnata, alla prima messa in scena, da un grande insuccesso: troppo complicato, forse, per il pubblico comprendere  le motivazioni che portarono Eduardo ad affrontare un tipo di teatro completamente diverso da quello a cui erano abituati. La grande magia è infatti la commedia più amara di De Filippo e rappresenta un importante punto di svolta della sua drammaturgia. “È la commedia che forse mi sta più a cuore e che mi ha dato più dolore”, disse Eduardo nel prologo della ripresa televisiva realizzata nel 1964. Ricca di rimandi a Pirandello e Leopardi, la “Grande Magia” attraversa il tema dei temi del teatro: gli inganni della vita e le illusioni che ci creiamo per non scoprirli.

La Trama

Protagonista è Otto Marvuglia (interpretato magistralmente da Nando Paone), prestigiatore in rovina che tira a campare grazie a spettacoli per borghesi in vacanza. Proprio durante uno di questi, all’Hotel Metropole, la sua magia diviene strumento per far sparire, letteralmente, la bella Marta ( la brava Angela De Matteo) con il suo amente, tutto alle spalle del povero e gelosissimo marito Calogero di Spelta (nei cui panni c’è l’eccezionale Claudio Di Palma).

La bravura del mago Marvuglia consiste nel convincere il marito tradito che la sua amata è rimasta intrappolata in una scatola che potrà essere riaperta solo quando quando lui sarà certissimo della fedeltà di lei: in caso contrario, la donna sparirà definitivamente. L’uomo, che non riesce ad accettare la realtà del tradimento, si trova così a sua volta intrappolato in un impasse dal quale non riuscirà mai a uscire. Passano così quattro anni: mentre la donna è in compagnia del suo amante, Calogero di Spelta diventa oggetto delle risate e dei pettogolezzi dei vicini, intraprende un’inchiesta coinvolgendo anche le autorità di polizia (esilarante l’intervento del brigadiere  siciliano di Francesco Procopio), viene quasi interdetto dalla famiglia ma, da quella scatola, non riesce a staccarsi né giorno né notte.

Quando la bella Marta, abbandonata dall’amante, decide di tornare dal marito e il Mago Marvuglia convince il povero Calogero di Spelta ad aprire quella scatola e, dunque, porre fine all’incantesimo, però, il marito – volontariamente prigioniero della sua stessa illusione – non riconosce la donna che compare davanti ai suoi occhi. O meglio, non ammette che la donna che vede porta, come lui, i segni del tempo che è passato e che, in quel tempo, lo ha abbandonato e tradito.  Meglio continuare a credere che sia ancora nella scatola, fedele e innamorata di lui.

La lettura di Lluís Pasqual

Il regista condensa gli originari tre atti della commedia di Edoardo in un unico atto con due cambi di scena coperti da intermezzi musicali effettuati dal duo: Dolores Melodia e Raffaele Giglio. 

Una scelta che appartiene, per certi versi, a un teatro già visto, ma che funziona sia per la bravura dei musicanti sia per il clima di convivialità instaurato con il pubblico. Segue la stessa volontà metateatrale, la scelta di far sedere in platea il “pubblico” dei borghesi in vacanza all’Hotel Metropole.

Studiatissime le scene (gli specchi del primo atto che valorizzano il tema dell’illusione) e gli eleganti costumi, curati entrambi dallo stesso Pasqual.

La chiave di lettura data dal regista spagnolo ne accentua gli elementi farseschi, rendendo alcuni personaggi varie e proprie macchiette. Il risultato è una commedia da ridere, decisamente meno cupa dell’originale, forse meno introspettiva, ma sempre carica di grande significato.

“La grande magia” sarà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli fino al 10 novembre 2019.

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