La lotta di Don Luigi Merola
«Quello che è accaduto non ci spaventa. Né ci spaventano due bombe carta lanciate da quattro scemi. Andremo avanti per salvare i minori a rischio del quartiere». Don Luigi Merola è il presidente della Fondazione A Voce d’è Creature, che guida da 12 anni dopo aver lasciato la chiesa di San Giorgio Maggiore a Forcella. Nella notte di Capodanno i soliti ignoti hanno fatto esplodere un paio bombe carta contro la sede della fondazione. In questo modo hanno distrutto una tettoia che affaccia su un’area giochi all’aperto, parte del prato nel campetto di calcio e il muro perimetrale della struttura, annerito dalle fiamme.
Ma padre Merola non ha intenzione di arrendersi: «Chi ha fatto questo non fa che danneggiare gli oltre 150 minori che vengono qui ogni giorno. A qualcuno danno fastidio le nostre attività, specie i corsi per pizzaiolo, perché così togliamo manovalanza alla camorra. Ma non ci fermeremo e continueremo ad educare questi giovani alla legalità».
Il 5 gennaio Luigi Merola e gli operatori della Fondazione erano andati ad allestire la sala per la festa dell’Epifania per i bambini del quartiere. Inizialmente non avevano notato gli effetti dell’esplosione, secondo alle prime ricostruzioni dei carabinieri della compagnia Stella. Nella notte di San Silvestro i consueti botti di Capodanno hanno coperto il fragore delle due bombe carta lanciate all’interno del campetto.
Subito dopo aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza, il sacerdote ha avvisato i carabinieri della stazione Stella. Una volta giunti sul posto questi hanno constatato quanto avvenuto. «Quando abbiamo visto i danni io e i volontari ci siamo chiesti: ma com’è possibile che qualcuno abbia fatto questo, sapendo che qui vengono i loro figli tutti i giorni? Anche se sappiamo che i nostri corsi per pizzaiolo danno fastidio, perché sottraiamo braccia giovani ai clan, permettendo a questi ragazzi di imparare un mestiere e guadagnare onestamente».
La Fondazione
Da 12 anni padre Luigi Merola è alla guida della Fondazione A Voce d’è Creature. Quest’ultima ha sede in un bene confiscato alla camorra in via Piazzolla al Trivio, nel quartiere Arenaccia, poi assegnato dal Comune all’ex parroco di Forcella. «Accogliamo oltre 150 minori, dai 6 ai 17 anni una platea difficile, provenendo da un territorio a rischio come il nostro».
«Alla gente che vive a ridosso della nostra sede danno fastidio le voci dei bambini ogni pomeriggio. Ma non dava fastidio prima il ruggito del leone che custodiva il camorrista che abitava qui (la sede de A Voce d’è Creature è un bene confiscato al boss Raffaele Brancaccio, detto Bambù, perché aveva in casa animali selvatici, ndr). In realtà quando siamo venuti l’altro ieri per festeggiare la Befana non sapevamo quanto fosse avvenuto il primo gennaio, fino a quando non siamo usciti all’esterno e ci siamo accorti che qualcuno aveva fatto saltare per aria la tettoia dello spazio all’aperto dove giocano i bambini», afferma critico il parroco.
La fondazione offre molte attività ai bambini, fra le quali doposcuola, danza, musica, teatro e laboratori di artigianato. Fra questi ultimi ve n’è uno di ceramica in cui i ragazzi realizzano bomboniere solidali per i più disagiati con l’ausilio di maestri artigiani. Perfino corsi per pizzaiolo che offrono un’opportunità in più ai minori: «Sabato scorso uno di loro ha aperto una pizzeria tutta sua e per noi questo significa sottrarre un altro giovane alla criminalità. Perché nessun bambino nasce camorrista. Ed è proprio in questi luoghi, come i beni confiscati alle mafie, che possiamo salvare i ragazzi di Napoli».
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