Matteo Salvini ha una condanna per razzismo per il coro contro i napoletani a Pontida, ma la notizia non era mai emersa.
Matteo Salvini, attuale segretario della Lega ed ex ministro dell’Interno, ha violato la legge Mancino che punisce chi compie azioni discriminatorie.
“Matteo Salvini ha una condanna per razzismo: una pena di 5.700 euro per quel coro contro i napoletani intonato alla Festa della Lega Nord a Pontida nel 2009“.
Ecco la sentenza che però, non era mai emersa prima: è arrivata per mezzo di un decreto penale di condanna, quando su richiesta di un pm il giudice stabilisce una pena pecuniaria senza passare per un processo. Lo ha fatto sapere “Cronaca Qui”, quotidiano di Torino, che ha scoperto questa notizia tra gli atti del processo contro Salvini per vilipendio alla magistratura, in corso nel capoluogo piemontese.
I fatti risalgono al 13 giugno 2009: Salvini era capogruppo della Lega Nord al Comune di Milano e deputato da poco eletto al Parlamento europeo e si trovava a Pontida (Bergamo) alla Festa del Carroccio, quando lanciò il coro.
“Senti che puzza/scappano anche i cani: sono arrivati i napoletani. Sono colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati”.
Qualcuno riprende la scena e il video finisce online, Salvini si scusa a Radio24, ma soltanto parzialmente:
“Se ci sono napoletani che si sono sentiti offesi porgo le mie più sincere e sentite scuse, ma ritengo che un politico vada valutato per quello che fa, non quello che dice un sabato sera tra amici quando si parla di calcio”.
Ma ciò che non si era venuto ancora a sapere è che due cittadini napoletani sporsero querela presso la procura di Bergamo e Salvini finì nel registro degli indagati per diffamazione e violazione della legge Mancino, che punisce:
“chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
L’accusa chiese e ottenne dal giudice l’emissione del decreto penale di condanna.
Nel 2018 la Lega, attraverso l’ex ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana ha proposto di abolire questa legge, ottenendo il sostegno di Salvini:
“Già in passato la Lega aveva proposto di abolire la legge Mancino. Sono d’accordo con la proposta di Fontana: alle idee contrappongono altre idee, non le manette”.
Ma il Movimento 5 stelle si è opposto e la legge è stata solamente modificata: il codice di autoregolamentazione delle candidature, adottato nel 2014 e rivisto dalla maggioranza gialloverde nella primavera 2019, non considera più come
“impresentabili”
i candidati condannati per la violazione della legge Mancino.
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