Secondo la sentenza della Corte Costituzionale alcuni fondi inseriti nel bilancio del Comune non potrebbero essere usati.
Il bilancio per il Comune di Napoli è tutto da rifare dopo la sentenza che ha negato l’uso dei fondi del Fal (Fondo anticipazione liquidità). In tal caso, a fronte di una spesa prevista di 2,5 miliardi, solo 1,5 miliardi rimarrebbero coperti.
La sentenza
Il Fal è un fondo messo a disposizione, a partire dal 2015, per gli enti che hanno aderito all’istituto del predissesto (Napoli ne fa parte dal 2013). In base alla sua interpretazione della legge, il Comune ha inserito questi fondi per coprire il Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità), ossia la parte del bilancio che si occupa dei cosiddetti “residui”: in parole povere, i crediti che da anni il Comune non riesce ad incassare. La Corte Costituzionale, però, ha sancito l’illegittimità dell’uso di questi fondi, in quanto ha dichiarato l’articolo anticostituzionale.
La soluzione a questa impasse secondo il vicesindaco Enrico Panini sarebbe l’intervento del Parlamento.
Tale pronuncia ha il duplice effetto di richiamare, da un lato, il legislatore statale sulla necessità di rispettare la legge sul Fal. Dall’altro essa coinvolge centinaia di amministrazioni comunali che, nel corso del tempo, hanno utilizzato tale norma, oggi dichiarata incostituzionale.
Poi aggiunge:
Il Comune, pur adeguandosi a tale pronuncia, secondo tempi e modalità che dovranno essere definiti, ritiene indifferibile un immediato intervento legislativo al fine di colmare le disuguaglianze scaturite da una sentenza che non ha tenuto conto della peculiarità della anticipazione di liquidità e della armonizzazione contabile.
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