sabato, Novembre 23, 2024
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Scarcerato il boss che ordinò il rapimento dei tre napoletani in Messico

Quella del rapimento dei tre ragazzi napoletani in Messico fu una notizia che fece molto eco e scalpore mediatico all’epoca dei fatti; per l’accaduto fu anche individuato il principale colpevole: Josè Guadalupe Rodriguez Castillo alias el Quince, arrestato nel luglio del 2018 proprio con l’accusa di rapimento. Tuttavia la situazione oggi ha preso una svolta imprevista:

Josè Guadalupe Rodriguez Castillo alias el Quince, arrestato nel luglio del 2018 con l’accusa di essere il responsabile della sparizione dei tre napoletani poi venduti ai Narcos dalla Polizia Municipale di Tecalitlan è tornato in libertà.

Sono questo le parole riferite da Claudio Falleti, rappresentante per l’Italia dell’Organizzazione Mondiale degli Avvocati e legale delle famiglie dei tre ragazzi scomparsi: Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino.

Secondo Falleti la notizia sarebbe certa, come riportato e confermato anche da alcuni giornali messicani. Il legale della famiglia commenta attonito la notizia:

Abbiamo bisogno che qualcuno abbia il coraggio di interessarsi veramente della vicenda, perché la questione riguarda poliziotti messicani, rappresentanti dello Stato, che vendono cittadini italiani per 43 euro

Nelle intercettazioni telefoniche emergeva chiaramente il nome di el Quince, identificato come principale responsabile della sparizione dei tre ragazzi in Messico. Pertanto, come fa sapere lo stesso Falleti, non si comprende perché il suo arresto non sia stato convalidato e il giudice lo abbia messo in libertà.

Cittadini di serie A e cittadini di serie B

Quante sono le responsabilità in questa vicenda?

Questo è l’interrogativo che serpeggia nella mente del legale. Le parole e la rabbia di Falleti sono chiare e comprensibili. Molti interrogativi aleggiano sulla vicenda, come i risultati delle analisi su dei capelli rinvenuti nelle auto dei connazionali mai pervenute ai legali.

Falleti lamenta anche la lontananza delle istituzioni che, a suo dire, non avrebbero mostrato solidarietà e supporto alle famiglia, salvo nei giorni in cui la questione era calda.

L’attenzione è stata alta solo nell’immediatezza dei fatti. Poi si sono dimenticati dei loro connazionali. Siamo ancora in attesa di una chiamata della Farnesina e di una solidarietà che non è mai stata espressa da coloro che ci rappresentano. Ribadisco con forza il concetto che ci sono cittadini di serie A e serie B. Sono passati due anni e la famiglie vivono con il tormento continuo.

Il legale, infine, rivolge un appello al Presidente della Repubblica Mattarella, al Premier Conte, al Ministro degli Esteri Di Maio e al Presidente della Camera Fico, che incarnano tra le più alte cariche istituzioni del nostro paese, e all’Ambasciata italiana in Messico:

Se un rappresentante delle forze dell’ordine italiane avesse venduto un cittadino di un altro Paese alla malavita, l’Italia sarebbe stata attaccata, accusata, umiliata. Succede il contrario e a noi va bene così.

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