venerdì, Novembre 22, 2024
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Sogni infranti che cambiano la vita: Denise Capezza si racconta

Un sogno infranto non è sempre sinonimo di fallimento. È il caso di Denise Capezza che, dopo aver praticato danza per quindici anni, subisce un infortunio e si dedica anima e corpo alla recitazione. Intraprende gli studi teatrali e muove i primi passi da attrice in Turchia con la serie “Uçurum”, fino ad approdare su Netflix.

La tua carriera da attrice inizia in Turchia con la serie “Uçurum”. Che ricordi hai di quell’esperienza?

“È stata un’esperienza molto formativa sia a livello professionale che umano. Trasferirsi in un’altra città quando sei ancora giovanissima ti fa maturare più rapidamente. Ho vissuto ad Istanbul, una città meravigliosa con una cultura totalmente diversa dalla nostra. Ho imparato il turco in pochissimo tempo e, contemporaneamente, prendevo lezioni di moldavo perché interpretavo una ragazza originaria di Chişinău, rapita dal suo paese d’origine e avviata alla prostituzione. Non è stato semplice ambientarsi. I primi giorni di riprese di “Uçurum” coincisero proprio con il periodo natalizio, che in Turchia non è celebrato. Ricordo di aver cenato da sola in hotel nella gelida Chişinău la sera del 24 dicembre, mentre il resto della troupe e del cast era a lavoro sul set. Avevamo dei ritmi lavorativi molto intensi e serrati, spesso i copioni arrivavano la notte prima delle riprese e dovevo memorizzare le battute (in turco) in pochissime ore. Quest’incubo si è però trasformato presto in una delle esperienze più belle della mia vita. Dopo “Uçurum” ci sono stati altri progetti: tre serie tv e due film al cinema e, come se niente fosse, sono volati quattro anni“.

L’esordio da attrice coincide con un infortunio che ti costringe ad abbandonare la danza. Come hai vissuto questo cambio di rotta della tua vita?

La danza mi ha accompagnato per quindici anni. Poco dopo il diploma, ho avuto un infortunio che mi ha impedito di allenarmi per un anno. È stata dura affrontare quel periodo, ma non mi sono data per vinta e mi sono dedicata alla recitazione, che oggi è la mia vita. La danza è stata una grandissima passione che però, contrariamente alla recitazione, non ho scelto. Fu infatti mia madre a prendere questa decisione e la ringrazio ancora oggi perché quest’arte mi ha insegnato disciplina e senso del dovere“.

Torni in Italia e arriva Gomorra con il personaggio di Marinella. Come si prepara un ruolo del genere?

‘Gomorra’ è stata un’esperienza intensa, ma anche molto semplice se ripenso ai ritmi serrati e alla mole di lavoro a cui ero abituata in Turchia. Marinella è stata facile da capire e l’ho preparata così come faccio con tutti i personaggi che interpreto: ho indagato nella sua realtà, nel suo animo e mi sono costruita il suo passato (non scritto). Uno dei privilegi del nostro mestiere è proprio questo: un’occasione di studio per conoscere realtà sociali a noi lontane. Abbiamo girato in location autentiche, non ricostruite in teatri di posa, e questo mi è stato di grande aiuto per entrare nel mondo di Marinella. Al momento delle riprese avevo chiaro chi fosse il mio personaggio e mi sono semplicemente lasciata guidare dalle emozioni“.

Dalla malavita napoletana, alla malavita dei Parioli con il ruolo di Natalia in Baby. Com’è andata?

Scavare nella psicologia di Natalia non è stata proprio una passeggiata. È un personaggio controverso. Appare fredda e senza scrupoli, ma nasconde una grande fragilità. A differenza degli altri personaggi della serie, non appartiene alla borghesia, ma è figlia della periferia ed anche i suoi modi non sono propriamente borghesi. Dice sempre quello che pensa e questo è uno degli aspetti del personaggio che ho amato di più. È stato complesso ed interessante connettersi con la sua psicologia velata e riuscire, infine, a smascherarla“.

Ci sarai anche nella terza stagione?

Si, ci sarò“.

Cosa puoi dirci riguardo i tuoi progetti futuri?

Da buona napoletana sono molto scaramantica, perciò non anticipo ancora nulla. Ma presto sarò al cinema tra i protagonisti di “Cobra non è”, un pulp-comedy per la regia di Mauro Russo“.

L’intervista a Denise Capezza è sul nuovo numero cartaceo de “La Bussola TV” in distribuzione su tutto il territorio campano.

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