Un’infermiera impegnata in prima linea per l’emergenza Covid ha raccontato a la Repubblica dello stupro subito nella scorsa settimana a Napoli, in Corso Arnaldo Lucci. La violenza è avvenuta nel Metropark, in pieno giorno. Lo stupratore è stato arrestato.
La donna lavora in un reparto di psichiatria dove i “reduci” del Covid vengono seguiti per affrontare lo shock della malattia, che in alcuni casi è molto pesante. Domenica, dopo il lavoro, si apprestava a raggiungere la fermata del bus per Avellino al Metropark, in Corso Lucci. A causa della riduzione delle corse la donna ha dovuto aspettare un’ora.
L’uomo, che poi si scoprirà essere un irregolare in Italia, le si è avvicinato. Lei ha pensato a una rapina ma poi ha capito le sue intenzioni. “Mi sono accovacciata a terra per proteggermi, ma lui mi ha preso alle spalle. Con tutto il suo peso si è messo sulla mia schiena provocandomi un dolore immenso”. La donna racconta anche che una testimone è passata di lì e ha visto tutto, ma è fuggita senza far nulla, neanche chiamare la polizia. Ripresa dalle telecamere, ora le forze dell’ordine stanno cercando di identificare anche lei.
La città era deserta. “In quarantacinque minuti non si è vista nessuna auto delle forze dell’ordine. La città non può essere abbandonata a se stessa. Le telecamere hanno ripreso tutta la violenza, ma nessuno stava guardando quei filmati in diretta, altrimenti sarebbe subito intervenuto. Usano i droni per trovare le persone che vanno sulla spiaggia nonostante l’emergenza Covid. Perché non li usano per prevenire queste e altre aggressioni?”.
La donna ha comunque cercato di difendersi e dopo quasi un’ora è arrivato l’autobus. L’autista ha visto cosa stava succedendo, è sceso e ha cominciato a urlare. Intanto sono arrivate le forze dell’ordine. L’uomo è stato arrestato e la donna portata in ospedale. Ma è sotto shock. “Non sono tornata a lavorare, ho dovuto vivere il dolore di mia figlia che si sente ferita come donna e come figlia e quello di mio marito che si sente in colpa e impotente per non avermi potuto proteggere”.
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