Confermate le 3 ordinanze sugli esami di primo e secondo ciclo e sulla valutazione. Azzolina: «Ora una nuova sfida: esami di maturità e riportare tutti i nostri studenti a scuola a settembre».
Firmate dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina le tre ordinanze (9, 10 e 11 del 16 maggio 2020) sugli esami finali del primo ciclo, sulla valutazione e sulle modalità di svolgimento dell’esame di maturità. La Azzolina ne ha illustrato i punti salienti nel corso di una conferenza stampa, affiancata da Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico-scientifico, e dal professor Alberto Villani, membro del comitato.
Nessun cambiamento sostanziale rispetto a quanto già trapelato dalle bozze, discusse con i sindacati e valutate dal Consiglio superiore della Pubblica Istruzione. Confermata la maturità in presenza per circa 500mila studenti in Italia, di cui poco più di 71mila in Campania, ma seguendo un rigido protocollo di sicurezza. «Mi aspetto dagli studenti massimo senso della responsabilità», ha affermato, a questo proposito, la Azzolina.
Non sono però mancate le opposizioni. E infatti, nelle scorse settimane sono state mosse diverse critiche alla decisione di procedere con la maturità in presenza.
«Tenere le scuole chiuse – ha specificato la ministra durante la conferenza – ci ha permesso di salvare vite umane». Ma ora bisogna cercare di ripartire. Perché no, anche dalla scuola. Per la Azzolina gli esami di Stato sono «un momento importantissimo, un momento per certi versi di passaggio». Insomma, un’esperienza che non sarebbe stato giusto sottrarre agli studenti «a maggior ragione in un’Italia che sta ripartendo».
Maturità in presenza
L’esame di maturità in presenza sarà un vero e proprio banco di prova per le misure di controllo e sicurezza e un primo importante test in vista di un possibile ritorno in classe, che la ministra Azzolina comunque auspica per settembre. Compatibilmente con le condizioni epidemiologiche, gli esami inizieranno il 17 giugno alle 8:30 e saranno articolati in un solo colloquio orale della durata massima di 60 minuti.
Il colloquio orale
Il colloquio orale consterà di diverse “fasi”. Ogni maturando dovrà discutere un elaborato sulle discipline di indirizzo circa un argomento che sarà concordato con i propri docenti entro il 1 giugno. Il secondo passo prevede la discussione di un testo di lingua e letteratura italiana già studiato durante l’anno. A seguire, i candidati dovranno discutere e analizzare materiali assegnati loro dalla commissione circa le restanti discipline, coerentemente con il percorso di studi. Infine, essi discuteranno la propria esperienza nell’ambito del PTCO (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) e le conoscenze in “Cittadinanza e Costituzione”.
La ministra Azzolina ha rivolto anche un appello ai docenti. Sebbene non sia scritto nell’ordinanza, la commissione potrà decidere di dare agli studenti la possibilità di parlare della propria esperienza del coronavirus. Secondo la ministra, infatti, le settimane vissute in quarantena e, in generale, l’esperienza della pandemia hanno avuto un forte impatto sugli studenti, rendendoli, forse, cittadini più maturi e consapevoli.
La commissione
I maturandi sosterranno l’esame davanti a una commissione composta da sei membri interni e un presidente esterno. A questo proposito, fa già discutere la mancanza di presidenti per strutturare le commissioni. Ma la ministra ha affermato di essere «assolutamente certa che avremo tutti i presidenti di commissione al loro posto per fare gli esami di Stato».
La valutazione degli esami di maturità
Considerata la difficile situazione di emergenza, quest’anno si è cercato di dare maggior peso al percorso scolastico dei maturandi. Per questo motivo, il totale dei crediti formativi acquisiti durante il triennio potrà arrivare fino a 60 punti. Il colloquio orale, invece, potrà valere fino a un massimo di 40 punti. In questo modo, i candidati possono comunque raggiungere 100/100 ed eventualmente la lode.
Il protocollo di sicurezza
La pulizia quotidiana e quella delle aule alla fine di ogni sessione saranno prioritarie. Inoltre, i candidati e i commissari dovranno mantenere la distanza di sicurezza di almeno due metri. Di cruciale importanza sarà l’igienizzazione delle mani. Obbligatorio l’uso della mascherina da parte degli studenti e dei docenti; sarà possibile abbassarla durante il colloquio esclusivamente con il rispetto della distanza di sicurezza di due metri. Ogni candidato potrà portare con sé un solo accompagnatore, a patto che quest’ultimo rispetti tutte le regole.
Condizioni di massima sicurezza, dunque, per gli esami di maturità, definite in un documento che disciplina misure organizzative e di prevenzione. «Il Comitato tecnico-scientifico ha fornito misure chiare e attuabili per poterli svolgere in presenza», ha assicurato Lucia Azzolina. Si tratta di un documento che sarà inviato alle scuole dopo la firma di un protocollo condiviso con i sindacati.
Inoltre, il ministero dell’Istruzione fa sapere di aver stipulato anche una convenzione con la Croce Rossa Italiana per il supporto delle istituzioni scolastiche durante lo svolgimento degli esami di stato, e di aver stanziato 39 milioni del Decreto Rilancio per attuare le misure di sicurezza.
Il Piano B
Le disposizioni pubblicate nelle ordinanze sono, tuttavia, soggette all’andamento della curva dei contagi e alla situazione epidemiologica. Qualora le condizioni dovessero aggravarsi al punto tale da non permettere lo svolgimento dell’esame in presenza, pronte anche delle ipotesi per un eventuale piano B. «Faremo un monitoraggio costante», ha affermato la ministra Azzolina, specificando che con un peggioramento della situazione «gli esami si svolgeranno in videoconferenza».
Esami del primo ciclo
Quanto all’esame di terza media, invece, la ministra Azzolina ha spiegato di aver accolto le richieste delle scuole, le quali avevano chiesto una estensione delle procedure. Dunque, il termine per concludere le operazioni relative agli esami di primo ciclo è stato fissato al 30 giugno.
Gli studenti dovranno produrre un elaborato su un argomento concordato con gli insegnanti, e discuterlo in modalità online con il consiglio di classe, che poi procederà alla valutazione durante lo scrutinio finale. La valutazione terrà conto dell’intero percorso dello studente.
Scuola primaria: voti o giudizi?
Dilemma anche nella scuola primaria, questa volta riguardo al sistema di valutazione. Voti o giudizi? Da quanto si apprende, la valutazione quest’anno resterà in numeri, poiché i tempi erano troppo stretti per stravolgerne il sistema. «La questione è complessa – ha spiegato la Azzolina – Ci penseremo tutti insieme e capiremo per il prossimo anno scolastico se agire, ma sono cose che hanno bisogno di meditazione».
Le valutazioni
Per la ministra è importante che tutti gli studenti abbiano la possibilità di recuperare, poiché le condizioni di questi mesi sono straordinarie. «Abbiamo attraversato la tempesta», ha affermato la Azzolina. Perciò, la valutazione generale degli alunni terrà conto dell’intero lavoro svolto, in presenza e attraverso la didattica a distanza.
«Gli alunni potranno essere ammessi alla classe successiva anche con voti inferiori a 6 decimi, in una o più discipline – si legge del comunicato del Ministero – Ma per chi è ammesso con insufficienze o, comunque, con livelli di apprendimento non pienamente raggiunti sarà predisposto dai docenti un piano individualizzato per recuperare quanto non è stato appreso. L’integrazione degli apprendimenti partirà da settembre e potrà proseguire, se necessario, durante tutto l’anno scolastico 2020/2021».
Bocciature?
Dunque, «resta la possibilità di non ammettere all’anno successivo? Sì, ma solo in casi molto circoscritti», queste le parole della Azzolina. In particolare, come ha spiegato la ministra dell’Istruzione durante la conferenza stampa, sarà possibile bocciare in due casi specifici. Il primo caso riguarda la mancanza di frequenza dello studente nel primo periodo didattico. Il consiglio di classe, in questa condizione, non ha elementi sufficienti per una valutazione completa. In situazioni del genere, sarà necessario il voto unanime. La seconda possibilità, invece, è che lo studente non venga ammesso a causa di provvedimenti disciplinari gravi.
Nei restanti casi, lo studente verrà ammesso all’anno successivo, ma con l’obbligo di recuperare le insufficienze prima del prossimo anno scolastico.
Ipotesi ritorno a settembre?
A proposito dell’anno scolastico 2020/2021, viene naturale domandarsi se si tornerà tra i banchi a settembre. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato la ministra – è riportare gli studenti a scuola». Tuttavia, è chiaro che la questione è complicata, specialmente agli inizi di una fase 2 i cui effetti sono ancora tutti da scoprire.
«Giungeremo alla struttura di un documento tecnico-scientifico che chiaramente immaginerà diverse ipotesi- ha risposto la Azzolina – non abbiamo la sfera di cristallo per quello che sarà lo scenario epidemiologico di settembre, quindi dovremo immaginare tutte le diverse possibilità».
La “nuova” scuola
Sicuramente, non dobbiamo aspettarci un ritorno al tempo del pre-coronavirus. Piuttosto, occorre ripensare l’idea di scuola. Tra le ipotesi che potrebbero prospettarsi, un allargamento degli spazi scolastici, e (forse) una scuola che possa, perché no, persino “uscire fuori” dai suoi confini, più o meno stereotipati.
«Sarà una scuola nuova, diversa. Sarà forse l’occasione per migliorarla, questa scuola. Insieme a tutti. Perché quando si parla di scuola, si parla di Paese. A settembre dobbiamo immaginare una scuola ancora più aperta quindi coinvolgeremo tutti gli stakeholder che sono presenti nei territori e che possono farci immaginare una scuola che non sia necessariamente chiusa nell’edificio nel quale siamo abituati a vederla».
Infine, resta ancora l’incertezza sulle misure e sull’uso dei dispositivi di sicurezza da mettere in campo durante il prossimo anno scolastico. Su questo è intervenuto Agostino Miozzo, allargando le braccia:
«Dobbiamo immaginare e inventarci un percorso non previsto in alcun testo di organizzazione stiamo sperimentando formule di aggregazione studentesca mai vista nella storia. Dobbiamo inventarci un nostro percorso sulla base dell’analisi seria e professionale delle conoscenze che abbiamo. L’esame a giugno è un test, a settembre avremo tutti gli studenti della scuola. Si può pensare ad ingressi scaglionati: alle otto, alle otto e venti… ma sono tutte ipotesi».
«Daremo suggerimenti per ridurre il numero studenti all’interno delle classi», ha continuato Miozzo. Tuttavia, è evidente la difficoltà di prevedere al momento cosa succederà nei prossimi mesi.
«Adesso stiamo aprendo musei, ristoranti, spiagge. Stiamo tentando di tornare ad una sorta di normalità. Dovremo vedere quali effetti ci saranno fra 1-2 mesi. Sarà un esercizio di studio continuo e di ipotesi di programmi che dovranno essere adattati in corso d’opera».
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