Durante fase 2, con la riapertura delle attività entro rigide norme igieniche, la necessità di guanti monouso è cresciuta vertiginosamente. A Napoli ormai risultano introvabili o esosi.
Farmacie e supermercati non riescono a soddisfare la domanda di guanti: lattice o plastica, poco importa, sono tutti ugualmente assenti o rincarati. Il prezzo medio attuale è di 0,30 centesimi al paio, contro 0,03 centesimi prima del lockdown. Ad usarli non sono più solo i settori ospedalieri, ma tutte le altre attività, dalla ristorazione alla messa per la distribuzione dell’eucarestia.
Secondo Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, il prezzo triplicato o quadruplicato è la diretta conseguenza dell’altissimo costo di acquisto pagato dalle farmacie ai fornitori, per il fatto che le materie prime sono aumentate, la richiesta si è moltiplicata per mille e le giacenze di magazzino sono finite. E’ necessario però scoprire se dietro quest0 aumento di prezzo non ci siano fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria. L’antitrust ha ufficialmente aperto un’indagine preistruttoria, documentandosi sull’andamento dei prezzi delle aziende appartenenti alla grande distribuzione. Detergenti, disinfettanti, guanti e altri generi di prima necessità sono sotto stretto controllo, per evitare che i loro prezzi salgano più di quanto lecito.
Come sono finite le scorte?
Il problema dei guanti non è mondiale, ma italiano. Vengono quasi tutti realizzati nelle fabbriche del Sudest asiatico, soprattutto da Indonesia, Thailandia e Malesia, dove attualmente nonostante la manodopera a basso costo, un pacco di cento guanti da pochi grammi l’uno costa 5 dollari. Prima dell’emergenza, lo stesso prodotto, nelle stesse quantità, costava esattamente la metà. In tempi normali arrivavano in Occidente 200 miliardi di guanti di cui 7 miliardi destinati all’Italia e la confezione non sfiorava mai i 5 euro. Ma allora perchè non arrivano in Italia? Per i produttori malesi non conviene, perchè secondo quanto stabilito dall’articolo 6 del Cura Italia, il governo italiano può requisire la merce per donarla alla Protezione civile e quindi non pagare il prezzo attuale ma quello fissato al 31 dicembre 2019, ovvero 2 dollari e 64 cents invece che 5 dollari.
Compare online
Molti, per ovviare alla necessità di guanti, si sono rivolti agli store online, dall’influente Amazon alla piccola farmacia locale. Il prezzo è meno alto rispetto a quello esposto fisicamente per i supermercati e c’è una grande varietà di taglie e materiali, ma aggiungendo le spese di spedizione, il costo rimane comunque esagerato. Tutte le date di consegna sono previste per giugno o luglio.
Panico e irresponsabilità
Sull’effettiva efficacia preventiva dei guanti rispetto al virus, ci sono molti pareri discordanti. Secondo l’Oms è necessario indossare i guanti in ambito sanitario per ridurre il rischio di passaggio di germi tra operatore e paziente e viceversa. Ma nelle sue severe prescrizioni non ha mai auspicato il loro uso in ambienti diversi da ospedali o ambulatori. Secondo lo studio dell’Istituto israeliano di ricerca biologica, il virus si diffonde principalmente per contatto diretto, calcolando che tra il 60 e 80% del virus si trasmette per contatto diretto e solo il 20-40% attraverso il contatto con superfici. Il problema però come con le mascherine, è che i guanti devono essere usati e gettati subito dopo per non rappresentare una fucina di germi, ma soprattutto non bisogna pensare che basti indossarli per prevenire il contagio. Avere la falsa idea di sicurezza di poter toccare faccia, occhi o bocca potrebbe risultare fatale. La soluzione migliore al problema del contagio da superficie rimane il disinfettante, che attualmente è presente in molte attività commerciali.