Cosa significa l’espressione “L’uocchie sicche so’ peggio d’e scuppettate”? Questa settimana #BussoLaLingua ve lo racconta!
Una cosa a cui non c’è rimedio
Il popolo Napoletano si è sempre mostrato resistente a qualsiasi sventura ed intemperia. Leggendaria è diventata la capacità di sopportazione della città di Napoli, che ha resistito a guerre e carestie e che ha sempre dovuto lottare per liberarsi dagli invasori.
Talvolta le reazioni alle difficoltà sono dimostrazioni di forza, altre volte invece si manifestano nell’ormai leggendaria “arte d’arrangiarsi“, che altro non è se non la declinazione estrema di una capacità d’adattamento capace di piegarsi anche alle situazioni più sgradevoli.
La storia e la tradizione a Napoli ed in Campania insegnano che a tutto c’è rimedio ed a tutto si può reagire – o quasi. C’è infatti una cosa davanti a cui la superstiziosa città partenopea si mostra inerme o quasi: il terribile malocchio.
Il malocchio
Il malocchio è una maledizione che nasce dagli occhi socchiusi degli invidiosi, i famosi “occhi secchi“. Leggenda vuole che spesso venga lanciata di proposito, proprio come farebbe una strega crudele, ma che, talvolta, capiti che una persona maledica l’oggetto della sua invidia senza nemmeno rendersene conto: per questo essere invidiosi è, tra queste strade, un peccato imperdonabile che porterà inevtabilmente a conseguenze incontrollabili.
Il malocchio è sventura, che perseguita senza pietà la persona maledetta. E’ qualcosa che le leggende raccontano come ineluttabile e quasi invincibile e per questo si dice che L’uocchie sicche so’ peggio d’e scuppettate – ovvero, Gli occhi secchi sono peggio dei colpi di fucile, cioè è considerata molto peggiore la maledizione lanciata dagli occhi secchi che un proiettile.
Contrastare gli occhi secchi: una battaglia persa
Ci sono diversi modi per tentare di combattere gli “occhi secchi” – nessuno dei quali, anche secondo le leggende, molto efficace.
Per esempio sembrerebbe utile munirsi dei celebri cornetti, che portano fortuna in generale e non solo contro il malocchio – rigorosamente regalati, più fortunati ancora se con la punta spezzata e che siano possibilmente di corallo o giada.
Oppure, come in Turchia, indossare o portare con sé l’occhio di Allah, conosciuto al di fuori della regione anche come occhio del diavolo. Si tratta di un ciondolo, spesso (ma non sempre) di colore azzurro che rappresenta appunto un occhio. Indossarlo contrasterebbe l’azione degli jettatori e degli occhi secchi, in Turchia come in Campania.
C’è infine un rituale per capire se si è vittima del malocchio, tanto semplice quanto improbabile: per realizzarlo è necessario recarsi dalla donna più anziana della famiglia o della città. Questa, dopo aver chiesto il favore di Dio, verserà tre gocce d’olio in una ciotola colma d’acqua. A questo punto, c’è da aspettare un po’; e se dopo qualche tempo le gocce d’olio si saranno dissolte, con loro sarà sparito anche il malocchio. Altrimenti, si dovrà ripetere il rito.
L’uocchie sicche so’ peggio d’e scuppettate
Sebbene sia davvero difficile incontrare qualcuno che crede seriamente al malocchio, il modo di dire L’uocchie sicche so’ peggio d’e scuppettate è ancora utilizzato spesso anche se in un senso un po’ diverso, cioè intendendo che l’invidia sia peggio di un colpo di fucile e che sicuramente faccia più spesso danno di un proiettile.
Che siate o meno superstiziosi, è innegabile che questo mostro dagli occhi verdi nella vita quotidiana di ciascuno di noi, provochi più incomprensioni, malanimi e problemi di tante altre cose.
Che vogliate farlo attraverso cornetti, occhi turchi, rituali bizzarri oppure scegliendo meglio le vostre compagnie una cosa è certa: fareste meglio a proteggervi dall’altrui invidia.
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