Si apre un’inchiesta sulla morte di Luigi Starita, di Piano di Sorrento, deceduto a marzo al Loreto Mare. Aveva il Covid ma nessuno ha disposto il tampone.
La Campania è stata per tutti questi mesi sostanzialmente fuori dalla vera emergenza sanitaria che ha interessato il nord, ma checché ne dica il presidente De Luca, anche qui il sistema non ha funzionato. I parenti di Luigi Starita parlano di una «lunga catena di omissioni e inadempienze». Luigi Starita aveva tosse e febbre, ma nessuno ha disposto il tampone e gli sono state prescritte cure generiche prima dal medico di base e poi dai sanitari arrivati a casa dopo settimane. Alle ripetute richieste della famiglia per il tampone, i sanitari hanno anche risposto con un rimprovero. «Mio padre godeva di ottime condizioni di salute, è morto perché non è stato curato», racconta la figlia.
Per due volte arriverà a casa l’ambulanza del 118, prima con l’assurda richiesta alla figlia di Luigi di comprare da sola la bombola d’ossigeno e di somministrarlo, poi purtroppo con la disposizione – già tardiva – del tampone e del ricovero all’ospedale di Piano di Sorrento. Ma non è finita. Perché lì gli viene detto che mancano farmaci antivirali e la famiglia è invitata a cercarseli da sé. Intanto il paziente è trasferito al Cotugno, ma è troppo tardi. Dopo la morte arriva l’esito positivo del tampone.
Rappresentata dal penalista Gennaro Razzino, la famiglia chiede alla Procura di Torre Annunziata di disporre il sequestro delle cartelle cliniche, sia al Loreto Mare, sia nell’ospedale di Piano di Sorrento, dove Luigi Starita ha inutilmente atteso cure antivirali.
La sanità campana, negli ultimi anni soggetta a uno smantellamento progressivo da parte delle autorità che avevano il compito di risanarla, ma solo dal punto di vista dei bilanci, dovrà affrontare varie grane. E’ notizia recente il possibile scioglimento dell’Asl Napoli 1 guidata da Ciro Verdoliva per infiltrazioni camorristiche.
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