Il Fantasma di Colle della Molpa
Sembra quasi che, in ogni angolo della Campania, si nasconda qualche creatura fantastica. Nei posti più impensati le leggende parlano di sirene, draghi e persino lupi mannari.
Stando a quel che raccontano queste storie antiche, le creature sovrannaturali che prediligono questa regione sono, indubbiamente, i fantasmi. Sembra che non vi sia un solo spazio in queste terre che non sia infestato da almeno un fantasma: che si tratti del vicolo stretto di una città, del fondo di un lago oppure di un colle, ogni parte della Campania ha il proprio spettro.
Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla di uno di questi frequentatori ectoplasmatici della regione e, nello specifico, del Fantasma di Colle della Molpa. E’ una storia d’amore, triste e disperata, fatta di re, principi e tradimenti.
L’Ultima Principessa di Salerno
Isabella Villamarino era una fanciulla giovane e bella, estremamente colta per la sua età. Le leggende la ritraggono come incantevole, i ritratti come minuta e aggraziata e, quando questa storia triste inizia, era appena in età da marito.
Isabella era figlia di un ammiraglio, Bernardo Villamarino, di ed il padre combinò per lei un matrimonio con Ferrante Sanseverino, principe di Salerno. I due si unirono così all’altare e, sebbene le loro vite si fossero incrociate soltanto per calcolo e convenienza, contro ogni previsione i due si innamorarono l’uno dell’altra.
La vita di Isabella scorreva felice ma, ben presto, tutto per lei sarebbe cambiato.
Il Colle della Molpa
La coppia, che non si era mai separata, fu costretta dopo alcuni anni ad allontanarsi.
Ferrante venne accusato di aver tramato contro la Spagna e cadde in disgrazia presso il Viceré Don Pedro de Toledo, e venne condannato a morte.
Secondo la leggenda venne ucciso e Isabella, incapace di sopportare il dolore della lontananza si gettò dal colle della Molpa, uccidendosi.
Il Fantasma del Colle della Molpa
Da allora si dice che, durante la notte, si possa sentir gemere il fantasma di Isabella che piange e si dispera per il suo perduto amore.
C’è chi giura d’aver scorto una sagoma minuta e bianchissima scossa dai singhiozzi e chi invece asserisce d’aver visto la piccola figura lanciarsi dalla scogliera, rievocando il momento della propria morte.
La realtà oltre la leggenda
Sembra che le cose, in verità, siano andate in modo un po’ diverso da come narra la leggenda.
Ferrante, caduto davvero in disgrazia presso il Viceré, avrebbe subito le accuse di sodomia, eresia, furto e anche di aver tramato contro la Spagna. Venne condannato sì a morte, ma riuscì a fuggire e a trovare rifugio in Francia.
Isabella non ebbe sorte migliore: spogliata di tutti i suoi beni, venne accolta prima ad Avellino, poi a Castel Nuovo di Napoli e infine in Spagna. Sarebbe dovuta tornare a Napoli ma, mentre stava rientrando nella città partenopea, morì improvvisamente.
Esistono delle lettere in cui Isabella, che scriveva spesso poesie e poemi anche in latino, esprime tutto il suo dolore per l’allontanamento forzato da Ferrante, di cui era davvero molto innamorata, e che non smise di mancarle fino alla fine dei suoi giorni.
In una di queste lettere, scrive Isabella:
Tu parti cuor mio caro/ e mi lasci in pianto amaro
Dopo giorni, Ferrante risponde:
Mi parto consumando/ piangendo e sospirando…
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