La Campania guida il fronte del No al Referendum del 20 e 21 settembre. Numerose le associazioni e i partiti che si oppongono al taglio. Il Comitato cittadino per il No guidato dal notaio Falconio. Il costituzionalista Villone in campo contro la riduzione del numero degli eletti a Camera e Senato: presiede il Comitato nazionale. De Luca: “Demagogia”
In una delle estati più calde e più pazze degli ultimi decenni si accende la polemica elettorale relativa al referendum circa il taglio dei parlamentari, che chiamerà alle urne milioni di votanti il 20 e il 21 settembre. Tuttavia la proposta, presentata in origine dai 5 Stelle, rischia di trovare un arduo terreno di battaglia sul suolo Campano, dove la voce del “No” sembrerebbe essere sempre più insistente.
Nella terra di De Luca e Di Maio la vittoria del No rappresenterebbe un duro colpo per il governo; tanto che lo stesso De Luca è intervenuto sulla questione affermano:
Il taglio dei parlamentari? Demagogia. Facciamo una cosa allora: non li paghiamo proprio i parlamentari, riduciamo la politica al censo e vediamo chi può farla.
Il Comitato Nazionale del No
Alla guida del comitato nazionale per il No c’è il costituzionalista napoletano Massimo Villone:
La Campania ha tutto l’interesse a votare No. Perché soprattutto al Sud abbiamo la necessità di portare problemi e istanze nei luoghi dove si decide. Per farlo abbiamo bisogno di una rappresentanza parlamentare qualificata e forte. Ora che l’organizzazione dei partiti sui territori è così evanescente, chi vuole arrivare alle istituzioni, può farlo solo col parlamentare.
Tra i 150 giuristi che hanno firmato un appello per il No emergono anche due nomi importanti: Giuseppe Tesauro, ex presidente della Corte costituzionale, e Michele Scudiero, professore emerito di Diritto costituzionale della Federico II.
Intanto il notaio Dino Falconio ha fondato il comitato napoletano per il No, che già vanta un centinaio i firmatari. L’obiettivo del comitato è quello di
Far comprendere le ragioni del No è complesso perché la legge è di facile richiamo populista
Mentre Francesco Dinacci, coordinatore metropolitano di Articolo Uno, spiega:
Lasciamo libertà di coscienza agli iscritti. Io personalmente voto No, perché la riduzione dei parlamentari ha senso in una riforma organica dell’assetto istituzionale. Così vince solo l’antipolitica, invece bisogna premiare una democrazia di qualità.
Sul versante del No anche le Acli, l’Anpi Napoli e le Sardine napoletane.
La posizione del Centrodestra
Non riesce invece a trovare un’unità di pensiero il centrodestra campano.
Per esempio Armando Cesaro (Froza Italia) si dice
in campo per il No perché non voglio che si tagli la democrazia. Il risparmio economico sarebbe ridicolo – contrariamente a quanto dicono, mentendo, i sostenitori del Sì – e metterebbe le decisioni sul futuro dell’Italia nelle mani di pochi
La Carfagna, dal canto suo, non si riconosce
tra chi ha votato a favore della riforma in parlamento e oggi invece ne prende le distanze, sostenendo la campagna per il No. È necessario essere pragmatici e far funzionare la riduzione dei parlamentari a partire dalle revisioni della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari.
A Salerno aperto il comitato “Libero e impertinente per il No“, tra i cui esponenti figura il candidato governatore Stefano Caldoro.
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