Pio Monte della Misericordia: dopo 6 mesi la Quadreria riapre al pubblico. Per l’occasione, inaugurata anche la mostra fotografica “Tocchiamo Terra” di Luciano Ferrara.
Inoltrandosi in via Tribunali, una delle vie più caratteristiche del capoluogo campano, ci si imbatte in una delle più importanti e antiche istituzioni benefiche napoletane: il Pio Monte della Misericordia. L’istituzione nacque da un’idea di sette nobili napoletani nel 1602, con l’idea di esercitare le sette opere di misericordia corporale (per maggiori informazioni sull’istituzione clicca qui!)
Il Pio Monte della Misericordia è una delle tante perle rare del centro storico di Napoli, ma forse meno rinomata rispetto ad altre. Al primo piano dell’edificio è possibile visitare la preziosa Quadreria, finalmente riaperta al pubblico dopo sei mesi. Al suo interno è possibile ammirare importanti opere di pittori del calibro di Francesco De Mura, Luca Giordano, Massimo Stanzione, Fabrizio Santafede e altri artisti che operarono a Napoli tra il ‘600 e il ‘700.
La riapertura della Quadreria e la mostra fotografica di Luciano Ferrara
Ad accogliere i visitatori, al primo piano, l’ampio Salone delle Assemblee. In esso, dal 10 al 27 settembre, sarà anche possibile ammirare la mostra fotografica di Luciano Ferrara, dal titolo “Tocchiamo Terra”. Le foto in realtà già accompagnano i visitatori dall’esterno del palazzo, fin su il primo piano.
Quelle esterne al palazzo e quelle sui muri delle Scale della Misericordia rappresentano la terra brulla e il lavoro nei campi: portano a toccare con mano la fatica di quel mondo, apparentemente tanto lontano dalla vita della città. Esse rappresentano la tenacia dell’umanità di mantenere i piedi ben saldi sul suolo, affondando le mani nella terra umida alla ricerca delle radici di liquirizia da estirpare, alla ricerca di qualcosa da preservare e coltivare. Il progetto, realizzato in Calabria per Amarelli, documenta in maniera del tutto originale il prelievo delle radici della pianta.
Le immagini esposte al primo piano del palazzo sono invece foto scattate in pieno lockdown. Sono foto che mostrano quanto può nascere di bello da una drammatica esperienza, come l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
«Come dalla terra brulla è possibile ricavare prosperità, così noi dalla sterile esperienza del Covid-19, abbiamo avuto la possibilità di trarre buoni raccolti. Abbiamo capito che al distanziamento fisico non corrisponde per forza un distanziamento sociale e quindi culturale. Questo il motivo per cui le immagini scattate in pieno lockdown, sono l’una attaccata all’altra, come si stringessero la mano, non distanziate. (…) Una successione di immagini che scorre come la vita. Un’esistenza che è stata ridimensionata da una parte dall’emergenza, ma insieme anche amplificata, e che probabilmente ci ha riconnessi un po’ di più a noi stessi e alla Terra».
Pio Monte della Misericordia: la chiesa e le sette opere di misericordia
Adiacente il palazzo del Pio Monte della Misericordia, la chiesa ospita uno dei più importanti dipinti di Caravaggio: Le Opere di Misericordia. Fu la prima delle opere, presenti nella chiesa, ad essere commissionata, dalla quale il classicista Fabrizio Santafede e il caravaggista Battistello Caracciolo non hanno potuto che trarne spunto. Come nella tela di Caravaggio, anche in quelle di Santafede (San Pietro che resuscita Tabithà) e di Caracciolo (Liberazione di San Pietro) si nota la medesima presenza di un uomo nudo di spalle. Insomma, nonostante la presenza di altri capolavori, lo stile e l’umanità dei personaggi caravaggeschi catturano lo sguardo del visitatore…in ogni epoca!
Le sette opere della misericordia corporale, riportate nel Vangelo di Matteo (Matteo 25, 35-36), non sono però solo rappresentate nello splendido quadro di Caravaggio. Tutt’oggi infatti il Pio Monte della Misericordia è impegnato nel sociale.
L’istituzione possiede un vasto patrimonio immobiliare, una cui parte è destinata a contratti di comodato gratuito e ad Associazioni di volontariato. Una di esse ad esempio è destinata all’accoglienza di madri in difficoltà economiche (la “Casa di Tonia“); un’altra gestisce un Banco Alimentare e un’altra ancora assiste i diversamente abili (Associazione Onlus “La scintilla“).
Durante il lockdown, ad esempio, i 16 educatori volontari de “La scintilla” si sono impegnati quotidianamente, con nuove modalità, a non far spegnere la scintilla di ragazzi diversamente abili. Ecco le parole di Vito Gagliardo, vicepresidente dell’associazione:
«In modo sempre più strutturato, abbiamo organizzato a distanza una serie di attività con lo scopo prioritario di non lasciare solo nessuno. Non soltanto per ‘offrire una compagnia’, ma soprattutto per dare scopi comuni e obiettivi, anche piccoli, da condividere e perseguire tutti insieme. È stato necessario far in modo che progressivamente tutte le famiglie fossero coinvolte in modo creativo e personalizzato. Il tutto per permettere a ciascun ragazzo, anche quelli con disabilità più gravi, di sentirsi coinvolto e partecipe».
Altra associazione degna di nota è “A Ruota Libera“, che gestisce la Casa delle Arti e dei Mestieri. Il fine è quello di recuperare gli antichi mestieri, per contrastare l’evasione scolastica e l’emarginazione sociale. Il Pio Monte della Misericordia insomma è un gioiello partenopeo a tutti gli effetti: per la storia, per l’arte e per la società. Un mondo pazzesco di cultura che va preservato e di cui bisogna andare fieri!
_
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!