di Antonio Reccia – Mascherine obbligatorie, distanziamento sociale, rotazioni nelle scuole, quarantene e lockdown. Il Covid-19 sta di certo influenzando le vite di tutti i cittadini e l’esecutivo spinge sempre di più sulla sicurezza, adottando provvedimenti e rilasciando nuovi dpcm per stabilire le regole da seguire e dare direttive comportamentali alle varie attività. Fortunatamente, queste misure riescono a contenere il contagio, ma sembra quasi che l’intero comparto amministrativo si sia dimenticato di un settore estremamente a rischio, soprattutto per i giovani scolari: i trasporti pubblici.
All’interno di un pullman, un tram, un treno o una metropolitana sembra quasi che il virus non sia mai esistito, salvo la presenza di mascherine sui volti di tutti. Persone accalcate l’una sull’altra, sedute a 10 centimetri di distanza, una situazione a cui siamo stati in passato abituati, ma che contemporaneamente, in questo particolare periodo storico, mette in dubbio le misure di prevenzione e l’efficienza degli apparati amministrativi del nostro paese. La situazione è addirittura più estrema nelle prime ore del mattino, momento in cui gli studenti usufruiscono degli autobus per raggiungere la loro scuola, oppure quando un lavoratore si dirige al suo posto di lavoro. Un sovraffollamento preoccupante, che sembra essere passato di mente al governo, che si preoccupa di più dell’orario di chiusura di un bar piuttosto che dei pericoli derivanti dal sovraffollamento dei mezzi pubblici in piena pandemia.
Tuttavia, alcuni medici, italiani e non, hanno comunque speso due parole in merito alla situazione, ma a volte le risposte sono davvero ai limiti del ridicolo, come la risposta del dottor David Vlahov, professore della Yale University: “basta non aprire la bocca”.
La speranza è che ci si renda davvero conto di quanto la mancanza di regole nei mezzi pubblici possa influenzare i contagi.