E’ di recente diffusione la notizia che il governatore De Luca ha deciso di procedere con la chiusura totale di tutte le attività in Campania, chiedendo al premier di attuare le stesse manovre anche nel resto delle regioni. Alla luce di tali dichiarazioni, sorge spontaneo un importantissimo interrogativo: è giusto imporre un secondo lockdown?
La situazione economica del paese è terrificante, e seppur si stia attraversando una leggera fase di ripresa è innegabile che l’economia abbia subito un colpo durissimo dal primo lockdown che è stato imposto. Ma qui stiamo parlando della salute dei cittadini, del futuro del paese, che sarà mai un calo drastico del PIL e l’aumento continuo del debito? Ebbene, sembra quasi che sia necessario scegliere tra il morire di Covid e il morire di fame. Eppure, i dati parlano chiaro, il problema è leggerli nel modo giusto.
Per prima cosa, seppur vero che il numero di contagiati sta aumentando esponenzialmente, bisogna anche considerare che ci sono due fattori che hanno cambiato il metodo di rilevazione dei contagiati: per primo, adesso è iniziata la “caccia all’asintomatico”, cosa che nel periodo di Marzo non era assolutamente concepita, dato che i controlli erano effettuati solo sui sintomatici; secondo, il rapporto tamponi totali-tamponi positivi è cambiato notevolmente. Per rendere l’idea, il 22 ottobre sono stati effettuati 170.392 tamponi, e 16.079 sono risultati positivi: il 9,44% dei tamponi è risultato positivo. Se invece consideriamo un dato di Marzo, ad esempio il 24 Marzo, ci ritroviamo con 21000 tamponi circa e circa 5000 positivi: 23.8% del totale. Ciò cosa significa? Significa che, nonostante l’aumento de casi sia effettivo, bisogna considerare comunque la percentuale sul totale dei tamponi eseguiti per farsi un’idea della reale diffusione del virus.
Il discorso ovviamente non termina qui poiché un altro dato da analizzare è la variazione dei decessi per Covid-19. Il 27 Marzo c’è stato il picco di decessi, con 969 morti di Covid attestati. Il 21 Marzo ce ne sono stati 793. E ancora, Il 24 ce ne sono stati 743. Andiamo ora ad analizzare i dati di Ottobre: Il 15 ottobre ci sono stati 83 decessi per Covid, il 16 ce ne sono stati 65 e il 22 ce ne sono stati 136. Ora, conviene fare un calcolo di una media sia per Marzo che per Ottobre: la media di decessi a Marzo è di circa 450 al giorno, la media ad Ottobre è di circa 57 al giorno.
Analizzando oggettivamente i dati è innegabile che il virus non è più letale come durante il periodo di Marzo, ed è innegabile che, a questo punto, è più probabile morire di fame che morire di Covid.
Bisogna inoltre considerare che una elevata percentuale dei decessi deriva da soggetti con gravi patologie pregresse che, purtroppo, in mancanza di un vaccino o un farmaco non hanno potuto resistere alla malattia.
Dove voglio arrivare quindi? Liberi tutti? Non ce n’è Covid? Il virus non esiste? Assolutamente no. Il virus esiste e, come con qualsiasi altra malattia, chi ne è portatore e ne è consapevole deve fare il possibile per evitare contatti diretti, e bisogna attuare misure di prevenzione in ogni attività. Il virus esiste, non è letale, ma non esiste un farmaco contro di esso o un vaccino e questo colpisce inevitabilmente le categorie più deboli (principalmente anziani e persone con patologie respiratorie pregresse).
Cosa accade invece se si impone un lockdown totale? Semplice, il paese va a rotoli, le attività inizieranno a chiudere, sempre più gente finirà sul lastrico, sempre più famiglie distrutte, e il paese non farà altro che cadere a picco in mano ad un’amministrazione che non è stata in grado di gestire una pandemia. In definitiva, si, è più semplice morire di fame che di Covid.
Agli inizi della pandemia il governo ripeteva che “nessuno perderà il lavoro”. A sentire oggi quelle parole, sembra quasi una barzelletta.