venerdì, Novembre 22, 2024
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Matilde Serao, “Il ventre di Napoli”

Halloween, nonostante il periodo turbolento che stiamo vivendo, si avvicina: nelle vetrine dei negozi e tra le pagine dei nostri social network impazzano immagini di zucche di tutti i tipi: gigantesche e arancioni, intagliate, illuminate, persino bianche e verdi.

Ma voi lo sapete che esiste un tipo di zucca napoletana? Oggi #BussoLaTavola vi svela segreti e caratteristiche della cocozza napoletana.

La Zucca Lunga

Nessuna zucca è originaria di Napoli, della Campania e nemmeno del continente europeo: questo alimento tanto amato viene infatti da una zona centrale dell’America Latina. Sebbene infatti fosse conosciuta anche dagli Egiziani, dai Greci e dagli Arabi, e nonostante sia stata citata da Discoride e Plinio, che la definivano come “refrigerio della vita umana, balsamo dai guai“, in Messico sono stati ritrovati i semi di zucca più antichi del mondo, risalenti a ben 6000 anni fa.

La varietà chiamata “Zucca Napoletana”, nota anche come “Zucca Lunga” e “Cucozza Zoccarina”, è una zucca dalla forma oblunga che può arrivare a misurare ben un metro di lunghezza. La forma bizzarra di questo ortaggio non è tuttavia la sua unica particolarità: da sempre amatissima dal popolo napoletano, come racconta anche Matilde Serao ne “Il ventre di Napoli”, la zucca è infatti un alimento ipocalorico ma ricco di vitamina C, sali minerali, zuccheri e potassio.

Spesso arrostita e condita con del peperoncino e ancora più spessa utilizzato per cucinare una calda minestra condita col pepe, la zucca napoletana è stata inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). 

Bonus Track #BussoLaLingua: Perché si dice “La cocozza con tutto il cocuzzaro”?

L’etimologia della parola cocozza deriva dal latino cucutia – che vuol dire, appunto, zucca. Ma allora perché, per indicare, nel corso di una discussione una grande vincita oppure la totalità di qualcosa, si dice “la cocozza con tutto il cocozzaro”?

Questa strana espressione deriverebbe da un gioco di bambini, chiamato, per l’appunto, “il gioco del coc0zzaro”, durante il quale un partecipante, nominato “cocuzzaro”, distribuirà dei numeri, chiamati cocuzze, agli altri bambini. Il cocozzaro dovrà chiamare a sé le proprie cocozze, i numeri, che dovranno rispondere prontamente al richiamo oppure pagare pegno, pena essere eliminati dal gioco.

Nel corso del tempo, l’espressione “La cocozza con tutto il cocozzaro”, che indicava la totalità dei partecipanti al gioco, è diventato sinonimo di grandi vincite oppure della totalità di qualcosa. 

E voi conoscevate la coccozza napoletana e il gioco del cocozzaro?

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