Il governatore De Luca si scaglia contro i medici “farabutti”; questi nasconderebbero i posti liberi in terapia intensiva Covid per “non fare nottata”. Una lettera firmata da 103 medici è la replica dei camici bianchi alle insinuazioni del presidente della Regione.
103 medici dell’Ospedale del Mare hanno firmato una lettera indirizzata al presidente De Luca. Recentemente quest’utimo aveva infatti attaccato alcuni medici, definendoli “farabutti”, che avrebbero nascosto i posti liberi nelle terapie intensive per lavorare di meno.
Ma a sentirsi chiamati in causa e a risentirsi della cosa non sono solo i diretti interessati, ma tutta la classe medica in generale. Infatti le parole del governatore contribuiscono a creare un clima di diffidenza nei confronti della sanità, ed espongono il personale sanitario, già tartassato dalla pandemia, ad un ulteriore carico di stress e rischio di aggressioni. Queste sono la accuse pesanti mosse dai 103 a De Luca.
La lettera
Affermazioni ingiustamente denigratorie e non consone al linguaggio istituzionale di presidente della Regione e di responsabile della sanità pubblica campana.
Si legge anche questo nella nuova lettera.
La lettera aperta è stata inviata, oltre che a De Luca, al direttore dell’unità di anestesia e rianimazione, Pio Zannetti, al direttore del Mecau Vittorio Helzel. Inviata anche una copia al direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva.
Nel testo si esprime anche la massima solidarietà ai colleghi tirati in ballo dal governatore:
Conosciamo bene le grandi difficoltà nell’affrontare i compiti e le sfide che il nostro lavoro ci impone di fronteggiare; conosciamo bene l’impegno e la professionalità che ciascuno di noi dedica alla salute pubblica quotidianamente nelle terapie intensive, nei pronto soccorso e in tutte le unità operative nonostante le difficoltà e lo stress fisico ed emotivo a cui siamo sottoposti da mesi.
Le dure accuse a De Luca
Durissime le accuse nei confronti del presidente che emergono dalla lettera:
Le sue affermazioni sono ingiustamente denigratorie e non consone al linguaggio istituzionale di presidente della Regione e di responsabile della sanità pubblica campana. Tali parole prive di riferimenti precisi circa ” quell’uno per cento” di colleghi, gettano discredito su un’intera categoria impegnata senza sosta in questi difficili momenti e contribuiscono a creare un clima di diffidenza nei confronti degli operatori sanitari tutti, che sempre più spesso sfocia in aggressioni fisiche e verbali al personale in servizio. Se, e solo se, ci sono state delle responsabilità, queste vanno accertate nelle opportune sedi e mai, ripetiamo mai, con una gogna mediatica alla quale – incredibilmente – siamo stati esposti.
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