Nuovi risvolti sul caso che vede protagonista Salvatore Narciso, 35enne e ormai ex dipendente di uno studio legale. L’uomo il 15 luglio del 2019 ha lanciato sua figlia di 16 mesi Ginevra nel vuoto, a San Gennaro Vesuviano, per poi tentare il suicidio.
Quest’oggi nel corso dell’udienza dibattimentale dinanzi alla Corte di Assise di Napoli si è svolto l’esame del perito psichiatrico forense nominato dalla Difesa dell’imputato il quale ha affermato con elevato grado di certezza che il padre della bambina era incapace di intendere di volere al momento della commissione dei fatti di causa. Il tutto a causa di un disturbo, cosiddetto “Paranoide“, caratterizzato da diffidenza e sospettosità che spingono a interpretare le motivazioni degli altri sempre come malevole per la propria persona o per le persone a cui il paranoico vuole bene.
Nel caso specifico, Narciso avrebbe avvertito una situazione di pericolo che l’ha portato, successivamente, a compiere il folle gesto che tutti conosciamo. Una prognosi risultata nel corso dell’udienza assolutamente inattaccabile.
La parte civile ha richiesto di nominare un perito psichiatrico d’ufficio per avere un secondo parere in merito alla vicenda. La corte ha rinviato l’udienza per sciogliere la riserva sulla richiesta istruttoria formulata dal difensore della costituita parte civile.
Infine il difensore dell’imputato ha lamentato un’inadeguata assistenza sanitaria nei confronti di Narciso e, di conseguenza, ha richiesto alla corte di acquisire una relazione sanitaria del carcere ai fini di valutare se la struttura carceraria è idonea a tutelare le esigenze di salute dell’imputato e, in caso contrario, di valutare la compatibilità delle condizioni di salute con il regime cautelare carcerario.
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