Scaturchio è una delle pasticcerie più iconiche della città partenopea. Tutti gli abitanti di Napoli conoscono il suo nome e chiunque, almeno una volta nella vita, ha assaggiato i suoi Ministeriali – dei grandi cioccolatini dalla superficie amara ma dal ripieno dolcissimo.
In pochi conoscono la loro storia: sapete che, pur essendo nati per amore, devono il loro nome alla burocrazia?
Se siete curiosi di scoprire come romanticismo, cioccolato e affari di stato abbiano a che fare con il delizioso dolcetto, nessuna paura: questa settimana, #BussoLaTavola ve lo racconta.
Un amore profumato
Un’attrice assai amata, una vera e propria Diva, una sera come tante si esibì a Teatro. Il suo nome d’arte era Anna Fougez – all’anagrafe, Maria Annina Laganà Pappacena.
Anna Fougez era bella e famosa e, ogni sera, decine e decine di corteggiatori cercavano di strapparle un appuntamento o anche solo un sorriso, attendendo per molto tempo fuori dal suo camerino per poterla per pochi istanti.
Anna Fougez, infastidita dai loro modi insistenti e dall’odore di tabacco e denaro, di fritture e stufati di cui erano impregnati i loro abiti li respingeva sempre tutti; ma, quella sera, non respinse il giovane Francesco Scaturchio, che si era innamorato della Diva al primo sguardo.
Gentile nei modi e profumato di dolci, di miele e di mandorle, Francesco fece breccia nel cuore di Anna, che accettò l’invito del ragazzo a un appuntamento.
Un ritratto di cioccolato
Anna chiese a Francesco un regalo. Il pasticcere non poteva permettersi anelli, gioielli o altri simili lussi, però regalò ad Anna qualcosa che nessun altro avrebbe potuto donarle: un dolce che, agli occhi del giovane pasticcere, le somigliava.
Si trattava di un cioccolatino dalle dimensioni insolitamente grandi, tanto amaro fuori quanto dolce all’interno – proprio com’era Anna per Francesco. “E’ difficile rompere la crosta delle tue difese” spiegò il ragazzo all’amata “ma che premio, per chi conquista il tuo cuore!”
Il dolce dal liquoroso ripieno si sarebbe dovuto chiamare, infatti, “Anna”. Ma le cose andarono diversamente.
I Ministeriali: un affare di stato
Il giovane Scaturchio decise infatti di presentare il cioccolatino alla casata reale; il Re accettò di assaggiarlo ma, prima che il cioccolatino potesse giungere alla sua tavola, era necessario ottemperare a una serie di lunghi, noiosi e interminabili iter burocratici.
Il cioccolatino venne approvato dal ministero dell’agricoltura e da quello delle manifatture, e fu solo nel 1920 che venne annoverato tra le specialità di corte – e solo in quell’anno il re riuscì ad assaggiarlo, scoprendo, tra l’altro, che gli piaceva tantissimo.
Così, in memoria delle peripezie burocratiche che ha dovuto attraversare, il cioccolatino venne chiamato “Ministeriale” e la sua ricetta – ad oggi ancora segreta – venne brevettata. Sulla superficie del dolcetto venne impressa la feluca dei ministri e, ancora oggi, questo delizioso cioccolatino viene decorato alla stessa maniera.
Cioccolatini nati dall’amore e dalla burocrazia: i Ministeriali
Cosa ne fu di Anna e Francesco? Entrambi proseguirono le loro carriere – lei divenne una delle Dive più famose e affascinanti dei ruggenti anni ’20 e Scaturchio continuò a profumare di mandorle, dolci e gentilezza.
Della loro relazione ci resta un cioccolatino liquoroso, unico al mondo, amaro e dolce – proprio come sono, talvolta, le storie d’amore.
E voi? Conoscevate la storia d’amore e burocrazia dei Ministeriali?
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