I due principali produttori di vaccini su cui l’Europa e l’Italia avevano puntato arrancano. Previsti tagli alla distribuzione sia da Astra-Zeneca che Pfizer. Ira di Arcuri che minaccia di agire per vie legali in caso di inadempienza. La replica di Pfizer: “Gli impegni saranno rispettati. I numeri sono solo relativi al numero di dosi, non di fiale”.
Problemi in vista per le forniture di vaccini. La britannica Astra-Zeneca e la statunitense Pfizer-Biontech annunciano riduzioni nelle consegne dei vaccini previsti. E’ di queste ore inoltre la notizia che le mancate consegne – 35-40% in meno di dosi a livello Ue questa settimana – saranno recuperate entro la settimana del 15 febbraio.
Le cause dei ritardi sarebbero da attribuire, oltre che alle enormi moli di lavoro cui sono sottoposti i produttori, a cali di rendimenti negli stabilimenti, come confermato da un portavoce di Astra-Zeneca.
[La produzione va a rilento] a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all’interno della nostra catena di fornitura europea.
La questione legale e l’ira di Arcuri
Intanto il commissario Arcuri tuona:
La riduzione del 20% della fornitura dei vaccini Pfizer non è una stima. E’ una triste certezza. Non mi servono rassicurazioni, mi servono vaccini […] Ci sono molti modi di dimostrare gli inadempimenti di Pfizer. Certamente noi pensiamo che Pfizer sia al momento inadempiente.
Lo stesso commissario ha dichiarato di aver avuto un colloquio con l’Avvocatura dello Stato per intentare una causa in caso di inadempienza da parte di Pfizer.
In effetti tutti i paesi europei hanno sottoscritto un contratto con i giganti della farmaceutica per l’approviggionamento dei vaccini, quindi in caso di inadempienza è del tutto lecito agire per vie legali. Il contratto è però secretato, ovvero il pubblico non può conoscerne i termini; sappiamo però che esistono delle penali in caso di ritardi o mancate consegne su base trimestrale. Per l’Italia ad esempio, tali penali scatterebbero solo se non si dovessero raggiungere le 749mila dosi entro marzo, come pianificato dal Piano Vaccini. Inoltre Pfizer ha come obbligo quello di distribuire le dosi in modo omogeneo a livello nazionale, cosa che però in questi giorni non sta accadendo. Infatti alcune Regioni hanno continuato a ricevere lo stesso numero di vaccini di prima e altre registrano tagli fino al 50%.
Tuttavia la questione, che non riguarda solo l’Italia ma anche altri paesi quali Francia e Germania, rischia di complicarsi ulteriormente ed andare avanti per le lunghe.
La replica di Pfizer
Secondo il Financial Times infatti la via del ricorso potrebbe rivelarsi vana. La Pfizer ha infatti dichiarato che gli impegni verranno rispettati e che gli stessi di basano sulla fornitura di dosi e non di fiale (da una fiale si possono ottenere più dosi, anche 5 0 6 n.d.r.).
La questione non è quindi da ignorare e far passare in secondo piano, sottolinea sempre il quotidiano. Infatti già ad inizio Gennaio l’Ema aveva dichiarato che da una fiala Pfizer si potessero ricavare 6 dosi e non 5 come inizialmente preventivato. Questo cambierebbe le carte in tavola: Pfizer in questo modo starebbe consegnando anche più di quanto dovuto dalle norme contrattuali.
Questo però va a discapito di tutti quei paesi che, a differenza dell’Italia, non possiedono siringhe di precisione per estrarre la giusta quantità del farmaco.
Il quotidiano finanziario dà per assodato che, al netto della riduzione temporanea per riconfigurare lo stabilimento belga e “fare scorta di materie prime”, Pfizer e Biontech hanno semplicemente “risposto alle nuove linee guida” sul numero di dosi “riducendo il numero di fiale” e aumentando in parallelo le consegne a Paesi extra europei.
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