venerdì, Novembre 22, 2024
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La rinascita mai avvenuta: il cantiere eterno di Monte Echia

Cara Napoli, come sei bella. Sei così bella e non lo sai, le tue mura sono inconsapevoli, le tue strade dissestate stridono rispetto a ciò che sorreggono e molto spesso i tuoi vicoli tacciono di fronte allo spettacolo che sei: di fronte all’arte e alla bellezza il silenzio a volte è la forma più grande di rispetto e ammirazione.

C’è silenzio, infatti, a Via Egiziaca a Pizzofalcone, quartiere San Ferdinando o comunemente detto quartiere Pizzofalcone, così chiamato per la sua forma che ricorda un becco di falco e per la caccia al falcone praticata durante il periodo Angioino. Salendo fino alla collina si arriva al Monte Echia, spuntone roccioso in tufo giallo, che oggi è un sito archeologico che comprende i resti di “Villa Lucullo” e dal quale si può ammirare un incredibile panorama sul golfo di Napoli.

Ebbene, proprio questa collina di tufo che oggi è abbandonata e dimenticata dai più, fu il primo insediamento abitativo della città chiamato “Palepolis” (città vecchia), per distinguerlo da “Neapolis” (città nuova). Il degrado in cui versa il belvedere di Monte Echia lo hanno vissuto in tanti ed ancora oggi è difficile scorgere una fine.

La tortuosa vicenda del suo abbandono e dei lavori per la costruzione di un ascensore di collegamento da Santa Lucia a Pizzofalcone prosegue ormai da vent’anni.

Originariamente, vi era l’ascensore di Pizzofalcone, ma nel 1968 iniziarono ad esserci delle infiltrazioni d’acqua che compromisero la sicurezza dell’impianto al punto che fu chiuso definitivamente. Da allora tutta la struttura giace in uno stato di totale incuria. Per sopperire a ciò fu stilato un progetto per la costruzione di un nuovo ascensore nel 2005, il cantiere fu aperto nel 2009 e la consegna era prevista nel 2012. Questo progetto, mai realizzato, è stato recuperato dal “Patto per Napoli” del 2017, finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, che prevede la realizzazione anche di una piazzetta di sosta allestita con panchine, un albero di alto fusto e una fontana triangolare in pietra. Un sogno, mai realizzato.

I pedoni faticano a passare, trovando la strada ristretta a causa del cantiere, struttura ormai facente parte dell’arredo urbano del quartiere. Per intravedere il panorama e scattare una fotografia bisogna districarsi tra le lamiere in acciaio o cercare di sporgersi dalla piccola parte di muro accessibile.

Sono tanti i punti oscuri di questo progetto mai realizzato e soprattutto fa discutere la costruzione di un nuovo ascensore in una zona che dovrebbe essere tutelata dal punto di vista paesaggistico. Le polemiche non sono mancate, ma ciò che ancora oggi vige è il disinteressamento da parte delle Autorità competenti che, a distanza di decenni, non sono riuscite a provvedere alla riqualificazione di uno dei posti più spettacolari della città. Ci si auspica che il 2021 sia l’anno decisivo affinché questo quartiere ritrovi la propria dignità e sia restituito agli abitanti napoletani e non.

Napoli è nata qui ed è proprio qui che deve rinascere.

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