sabato, Novembre 23, 2024
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Il “Giorno del ricordo”: l’Italia si ferma per commemorare le vittime delle foibe

“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” – così recita l’art. 1 della legge del 30 Marzo 2004 nr. 92.

Tra le forme di violenza più terribili che la storia ricorda vi è il massacro delle foibe, avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1943 e 1945 e nell’immediato dopo guerra, da parte dei partigiani jugoslavi. Gli eccidi delle foibe e il successivo esodo da parte dei cittadini di lingua ed etnia Italiana dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia furono l’epilogo di una lotta per il predominio sull’Adriatico orientale, oggetto di contesa delle popolazioni italiane e slave.

Ciò che avviene è una vera e propria carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta dal Maresciallo Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. Un massacro per estirpare la razza diversa e far tornare l’ordine tanto anelato. I condannati venivano legati tra loro con un filo di ferro ai polsi e collocati sugli argini delle foibe, caverne verticali della regione carsica. Si procedeva al fuoco colpendo solo alcuni, che feriti o morti, trascinavano con sé gli altri compagni sul fondo delle voragini. La persecuzione proseguì fino alla primavera 1947, fino a quando venne fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia, ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. Il 10 febbraio del 1947 l’italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l’istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Un dramma di lacerazione sociale: persone costrette a lasciare la propria terra, perché estirpatagli.

A pagare il prezzo più alto di questo nuovo assetto territoriale fu ancora una volta la popolazione civile che vide la creazione del Territorio Libero di Trieste, suddiviso in una zona A a prevalenza italiana, affidata all’amministrazione anglo-americana e una zona B a prevalenza slovena, a est di Trieste e comprendente l’Istria, affidata all’amministrazione jugoslava e al governo del maresciallo Tito.

A Salerno vi sarà una commemorazione per i martiri delle foibe e degli esuli fiumani, istriani e dalmati organizzata dal Comitato insieme alle realtà militanti e associative provinciali, tra le quali Identità di Popolo e Salerno Identitaria: appuntamento presso piazza Vittorio Veneto alle ore 17.

E come qui, anche nel resto d’Italia, le luci si abbasseranno e ci si unirà nel dolore e nella memoria di ciò che in quei tragici anni accadde.

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