Raffaele Cutolo è deceduto a 79 anni nel penitenziario di Parma. Il boss della Nuova Camorra Organizzata scontava 4 ergastoli in regime di carcere duro. Alla notizia della morte, si è animata una scia di commenti che nello sciame digitale non possono che dar voce alle opinioni più eterogenee. Anche le sfumature di senso che hanno impresso i giornali nel dare la notizia, sono risultate talvolta fuori luogo.
Sul tema è anche intervenuto Paolo Siani, fratello di Giancarlo, giornalista vittima di camorra assassinato nel 1985. In un post su Facebook, Paolo – in contrasto con la narrazione di queste ore, molto concentrata sul personaggio di Cutolo – ricorda invece alcune vittime, esempi di una vita che Cutolo ha passato a seminare morte:
Oggi tutti i giornali parlano con enfasi della morte in carcere di un uomo condannato a 4 ergastoli per delitti mafiosi. Vorrei tanto che la stessa enfasi venisse dedicata a chi ha perso la vita per le azioni criminali di quell’uomo e ai tanti familiari delle vittime innocenti che con coraggio e tenacia hanno raccontato la loro storia di morte per tenere vivo il ricordo dei loro cari. Ecco, vorrei tanto che domani gli stessi giornali raccontassero la storia delle vittime iniziando da Mimmo Beneventano, ucciso il 7 novembre 1980, un medico, un consigliere comunale di Ottaviano che cercò di impedire gli affari tra camorra e politica locale che avrebbero cementificato il Parco del Vesuvio. E poi Marcello Torre, sindaco di Pagani, ucciso l’11 dicembre 1980 per essersi opposto al tentativo della camorra di infiltrarsi negli appalti post terremoto. E ancora il consigliere comunale di Ottaviano Pasquale Cappuccio, il vicedirettore del carcere di Poggioreale Giuseppe Salvia, la piccola Simonetta Lamberti. E tanti altri. Ecco, oggi il mio pensiero commosso e rispettoso va a loro e ai loro familiari, che continueranno a portarsi dentro il dolore e la morte. Finché avrò voce, io racconterò le loro storie. Non altre.
Oggi Paolo Siani è medico e deputato eletto nelle liste del Partito democratico. E’ stato membro della Commissione Affari sociali e della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Dalla morte di Giancarlo vive all’insegna della battaglia civile e tiene vivo il ricordo del fratello e di tutte le vittime.