La scadenza del 6 aprile si avvicina e il governo inizia a pensare al nuovo provvedimento da mettere in campo contro la diffusione del Coronavirus. Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato il Comitato tecnico-scientifico e il ministro della Salute Roberto Speranza per fare il punto sulla curva epidemiologica. Una delle ipotesi di cui si parla con più insistenza in queste ore è quella di una proroga di 7 o 10 giorni delle regole attualmente in vigore. Unica eccezione potrebbe essere la riapertura delle scuole, fino alla prima media, in zona rossa.
L’obiettivo è tornare in classe per la materna, le elementari e la prima media. Una richiesta in tal senso è stata già avanzata pubblicamente dalla ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, e condivisa da tanti partiti ed esponenti della maggioranza. Resta la preoccupazione di chi guarda a quanto succede in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel ha imposto restrizioni ancora più severe. Ma sulla scuola si guarda anche al modello francese, dove gli istituti sono aperti nonostante chiusure diffuse di quasi tutte le attività. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ribadisce di essere al lavoro “giorno e notte per poter riaprire”, soprattutto per i più piccoli. Una linea condivisa, almeno sulla base di quanto detto pubblicamente, anche dallo stesso Draghi.
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, sembra tracciare la strada per le prossime settimane: “Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda”. Più cauto il ministro della Salute, Roberto Speranza, che risponde a chi gli chiede se l’ipotesi della mini-proroga delle attuali regole sia realmente in campo: “Nessuna decisione è stata assunta in questo momento, ci confronteremo nei prossimi giorni e prenderemo le decisioni”.