Grande successo nella lotta alla pandemia: l’AIFA ai sensi della Legge 648/1996, ha espresso parere favorevole all’inserimento di tocilizumab tra i farmaci che potranno essere erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per il trattamento di Covid-19.
Il Dott. Paolo Antonio Ascierto, oncologo e ricercatore italiano, in un post su Facebook ha annunciato la notizia:
Abbiamo saputo da pochissimo che tocilizumab ha ricevuto l’autorizzazione di Aifa alla rimborsabilità per il trattamento dei sintomi della polmonite da Covid-19. Questo significa che la Commissione Tecnico Scientifica ha ritenuto idonei i dati disponibili sull’esito del trattamento con il farmaco per l’artrite reumatoide sui pazienti gravi affetti da coronavirus e si è detta favorevole a inserirlo nell’elenco dei farmaci rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale, regolato dalla legge n.648, affinchè i pazienti trattati non debbano affrontarne il costo. Questa è per noi un’enorme soddisfazione e ci rende fieri di aver perseverato, continuando a sostenere il nostro parere derivante dall’osservazione scientifica: per il paziente giusto al momento giusto.
Cos’è il Tocilizumab
Il Tocilizumab è un principio attivo venduto col nome commerciale di Actemra e prodotto dal colosso farmaceutico svizzero ROCHE. Come specificato dalla società, il farmaco viene adottato da diversi anni nel trattamento dell’artrite reumatoide, dell’artrite idiopatica giovanile, dell’arterite a cellule giganti e di alcune sindromi immunologiche che scatenano pericolosissime “tempeste di citochine”. Uno studio cinese ha evidenziato i risultati sui primi pazienti trattati con questo farmaco, che in seguito è diventato trattamento d’elezione contro diverse complicazioni causate dal coronavirus.
L’immunosoppressore tocilizumab, utilizzato da anni per il trattamento dell’artride reumatoide, è stato uno dei primi medicinali che fin dall’inizio ha suggerito dei miglioramenti nei pazienti Covid, nonostante alcuni studi siano stati poco incoraggianti.
I nuovi risultati dello Studio Recovery hanno quindi mostrato che il medicinale ha ridotto significativamente la mortalità nei pazienti ricoverati con malattia grave, accorciando così i tempi di recupero e limitando la necessità della ventilazione meccanica.
Nello studio Recovery, che sta valutando più trattamenti potenziali, reclutando finora oltre 36mila pazienti a livello globale, ha assegnato in modo casuale 2.022 pazienti a ricevere tocilizumab, confrontando gli esiti clinici con altri 2094 pazienti trattati con la sola cura standard. Tra tutti i pazienti, l’82% dei pazienti ha inoltre ricevuto desametasone o un altro steroide sistemico, provando che il trattamento di combinazione con tocilizumab ha ridotto la mortalità di circa un terzo per i pazienti che necessitano ossigeno e di quasi la metà di in combinazione.
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