Dall’ 8 maggio al 27 giugno Napoli ospiterà la mostra che riunisce, per la prima volta, due artiste contemporanee, Claire Fontaine (collettivo artistico fondato nel 2004) e Marinella Senatore, assieme ad un’artista del Novecento, Pasquarosa. La mostra, che si terrà al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes di Napoli, sarà aperta al pubblico e saranno consentite visite guidate, osservando quanto disposto dalle vigenti disposizioni anticovid.
Curata da Pier Paolo Pancotto, l’esposizione prende forma grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei Campania, la Collezione Agovino Napoli e la Fondazione Nicola Del Roscio. La mostra verrà situata nelle sale storiche del primo piano del Museo Pignatelli e presenterà 34 opere delle tre artiste che, nonostante appartengano a diverse generazioni, mostrano alcuni punti di convergenza riguardo il tema della libertà individuale, con una particolare attenzione per la libertà femminile. Tre storie differenti, una sola rivoluzione.
Claire Fontaine
Claire Fontaine rappresenta un gruppo artistico femminista e concettuale, fondato a Parigi nel 2004. Dopo aver preso il nome da una nota marca di quaderni scolastici francesi, Claire Fontaine si è autodichiarata “artista ready-made” ad ha iniziato ad elaborare una versione dell’arte neo-concettuale, che spesso assomiglia al lavoro di altre persone. Da lei stessa descritto come “esproprio”, questo approccio estetico si configura, in un’ottica di totale trasparenza, come un modo per dare un valore d’uso esistenziale ad oggetti e opere d’arte preesistenti. Non a caso, tradotto in inglese, Claire Fontaine significa “Clear Fountain”.
Usando neon, video, scultura, pittura e testo, modella i materiali delle sue opere per creare contenuti che rappresentino una critica alle forme di autorità del capitalismo odierno e una continua interrogazione sull’impotenza politica e la crisi della singolarità che definiscono la società contemporanea. Ed è proprio sulla crisi generale della singolarità che l’artista, attraverso il suo lavoro, pone l’accento, descrivendola come «l’impossibilità individuale e collettiva di dare un senso alla propria vita nelle attuali circostanze politiche e nella sistematica sorveglianza, repressione e innumerevoli limitazioni della nostra libertà.»
Tra le sue opere, famose le grandi insegne a LED, sospese a creare la mise-en-scène per la collezione Autunno/Inverno 2020 di Dior durante la Paris Fashion Week, che affermano: Patriarcato uccide l’amore, Quando le donne colpiscono il mondo si ferma, La bellezza femminile è un ready-made, Patriarcato = Emergenza climatica.
Alcune delle insegne a LED allestite durante la collezione Autunno/Inverno 2020 di Dior
Marinella Senatore
Marinella Senatore nasce nel 1977 a Cava de’ Tirreni. Studia violino, cinema e arte, costruendosi un background culturale multidisciplinare. Il suo lavoro artistico si caratterizza per la partecipazione attiva del pubblico nel processo creativo, attraverso delle performance e l’uso di diversi media, dall’installazione al video, dal disegno al collage alla fotografia. Le sue opere coinvolgono intere comunità intorno a tematiche sociali, come l’emancipazione, l’uguaglianza, le condizioni dei lavoratori. Nel 2013 fonda la School of Narrative Dance, una scuola di storytelling multidisciplinare, nomade e gratuita, basata su un’idea di educazione partecipativa e inclusiva.
“È una scuola itinerante, gratuita, basata su un sistema orizzontale di apprendimento che ha già collaborato con sei milioni di persone. Quello che fa la scuola è proporre delle sfide, lavorare su concetti a me cari come l’emancipation e l’empowerment. Quando uno ti dice che questa cosa la puoi fare, senti che vuoi sperimentarti e fare delle cose che non hai mai fatto. Ed è esattamente quello che vedo succedere ogni volta con la scuola” ha affermato l’artista campana in un’intervista.
Nel novembre 2019 Senatore organizzò una performance nel villaggio di Cold Spring, dando vita ad un processo di creazione collettiva che coinvolse oltre 100 persone del luogo, che sfilarono e ballarono nelle strade della cittadina che si affaccia sulle rive dell’Hudson.
Performance artistica del 2019 nelle strade di Cold Spring
Pasquarosa
Pasquarosa Marcelli Bertoletti è stata una pittrice di origini romane. Nacque nel 1896 ad Anticoli Corrado, un piccolo comune nei pressi di Roma. Modella e musa, sin da giovanissima, di alcuni artisti dell’epoca, sposò il pittore romano Nino Bertoletti e divenne a sua volta pittrice, esordendo con cinque dipinti alla Terza Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione romana del 1915. «Si tratta a quel tempo di un evento assolutamente d’avanguardia e lei è immediatamente salutata dalla critica come un fenomeno dell’arte», racconta Pier Paolo Pancotto. Pasquarosa continuò a partecipare, con le sue opere, ad altre mostre, sino a tenerne una sua personale a Londra, alla Harlington Gallery, «quando, allora, pochissimi italiani, e per lo più uomini, avevano una simile opportunità», prosegue il curatore della mostra.
Fu amica di molti intellettuali, tra cui Pirandello, e venne definita “un fenomeno dell’arte”, incarnando lei stessa i temi della libertà femminile. I suoi lavori sono oggi conservati alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma e alla Quadreria del Palazzo del Quirinale.
Alcuni quadri di Pasquarosa
Voci di donna
Pur attraversando epoche diverse, queste tre figure trattano tematiche molto vicine tra loro. Pasquarosa ha affrontato e vissuto il tema della libertà individuale femminile, non solo attraverso le sue opere, ma anche e, soprattutto, attraverso la sua intera esistenza. Una donna, una vera pioniera, che esponeva la sua arte in quelli che, sino a quel momento, erano stati ambienti prettamente maschili. Lo stesso tema, oltre un secolo dopo, è stato ripreso e trattato da due artiste del nostro tempo, Claire Fontaine e Marinella Senatore, le quali vi affiancano tematiche universali come la politica, la religione, la violenza, le differenze di genere e lo fanno esprimendosi attraverso una vasta gamma di mezzi.
Una sorta di dialogo virtuale su temi condivisi, ma trattati da differenti punti di vista e diversi contesti storici e culturali. Tre donne, tre voci, tre testimonianze che danno vita ad un solo progetto e che, attraverso la propria arte e le proprie testimonianze, continuano a battersi affinché, un giorno, le barriere sociali, politiche ed economiche tra uomini e donne siano finalmente abbattute.