sabato, Novembre 23, 2024
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“Sguardi schifati su di me”: La lettera di Seid Visin, trovato senza vita a 20 anni

Un paese rimasto senza parole dopo la notizia della morte di Seid Visin, 20enne ed ex calciatore delle giovanili di Milan e Benevento è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Seid aveva abbandonato il suo sogno di diventare calciatore troppo presto e nutriva un enorme disagio interiore, a causa delle continue discriminazioni subite per il colore della sua pelle che l’hanno portato a non sentirsi mai accettato davvero.

Seid aveva raccontato a pieno il suo disagio e le sue angosce in una lettera destinata ad alcuni amici e alla sua psicoterapeuta. Delle parole che oggi risuonano ancor più devastanti, perché nessuno, ma proprio nessuno potrà cercare di incoraggiarlo e stargli vicino.

Di seguito riportiamo la lettera, pubblicata su Corriere.it

Sono stato adottato da piccolo e ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto. Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa. Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco.

Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente “Vita”.

 

 

 

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