Le tesi proposte dalle associazioni antiabortiste (come ‘‘Movimento per la Vita’’, ‘‘Pro vita’’, ‘‘Family Day’’ o il Centro studi ‘‘Rosario Livatino’’) non sono state giudicate sufficientemente valide per accogliere il loro ricorso al Tar, per cui le ragazze minorenni potranno continuare a richiedere la pillola dei cinque giorni dopo in farmacia anche se sprovviste di ricetta – giacché essa non è considerata farmaco abortivo.
Oggetto di dibattito è stata, nello specifico, EllaOne, la pillola più usata assieme alla classica Norlevo che viene assunta immediatamente il giorno dopo il rapporto sessuale. La confusione tra pillola abortiva e pillola contraccettiva era alla base della contestazione avanzata nei mesi precedenti ma la realtà è che tanto EllaOne che Norlevo impediscono solamente l’incontro tra spermatozoo e ovulo e quindi la fecondazione, mentre se la fecondazione è già avvenuta non hanno effetto (e quindi non interrompono la gravidanza). Sulla base di ciò, è risultato chiaro a tutti che fosse illogico parlare di aborto.