di Maria Migliozzi – Napoli afferma la sua complementarietà, fuori da schemi più assoluti, da vita ad un complesso di coordinazioni, di misticanza multiculturale, grazie a “NOA” nel suo significato: Quiete che ristora o allevia o consola, riposo, luogo di libertà di elaborazione, di poli diversificati, di palati sopraffini, di ricercatezza.
Un luogo inverosimile quanto surreale, il napoletano in un solo environment diventa turista del mondo, sovrabbonda in questa location il senso di riscoperta nei piatti, oltrepassando tutti i confini del mondo, il primo “worldwide tasting” fonte di eccellenza gastronomica, tralasciando la più comune tradizione già onnipresente, l’imprenditoria napoletana che sorprende ed illumina con il suo spirito innovazione, valorizzando i dettagli interni dal design al personale di sala grazie all’intervento di Giuseppe Gendolavigna come general manager, Chef Alex Pochynok, sommelier Flora Manzo specializzata, esperta dei vini mondiali , barman Luca Spano.
Approva il progetto executive: l’architetto Francesca Faraone, idealizzando il salotto del mondo, cucina, ambiente, e food international in unico ramo culinario.
Napoli in un solo attimo diventa capitale del mondo, una metropoli emancipata, affermandosi fortemente progettuale, il NOA accoglie anche un area Rooftop garden.
Cibo, cultura, e natura, ed infine trascendentale oltrepassando ogni forma di filosofia di standardizzazione tutte accolte in un solo filo conduttore, un evento di ribaltamento nella storia della cucina internazionale che approda nel cuore di Napoli.