di Alessandro Golino – E’ stata un’esplosione di gioia, ma anche di follia, a Milano, quella che ha caratterizzato la notte dei festeggiamenti per la vittoria agli Europei, con 15 feriti soccorsi, di cui tre gravi, in piazza del Duomo; si tratta di tre ventenni ricoverati d’urgenza, due dei quali in codice rosso per lesioni varie tra cui quelle da bombe carta.
Le piazze sono all’ultimo rigore che ha assegnato all’Italia la coppa di Europa 2020: gioia incontenibile nei luoghi dove sono stati allestiti i maxi schermi, cori, urla, clacson, trombette fuochi d’artificio. I primi caroselli di auto sono partiti subito dopo l’ultimo rigore e l’auspicio è che i festeggiamenti si svolgano in modo responsabile, seguendo gli appelli che anche oggi si sono rinnovati.
Nel Paese c’è chi ha tifato la Nazionale lontano dalle strade, sventolando il tricolori dai balconi e al riparo dai rischi del Covid e chi – al contrario – ha sfidato virus e assembramenti sognando la coppa europea davanti ai mega proiettori in luoghi pubblici all’aperto, sui lidi, nei bar, spesso sotto lo sguardo delle forze dell’ordine. In tutto il Paese sono stati rafforzati controlli per scongiurare il rischio di maxi assembramenti. Stabilimenti, chioschi e ristoranti hanno richiamato da Nord a Sud chi non ha voluto rinunciare ad assistere a questi 90 minuti cancellando i problemi della pandemia. Ma gli appelli alla responsabilità, come detto, sono stati ripetuti come un mantra. L’invito è stato quello di festeggiare usando la mascherina, dispositivo che però nessuno sembra usare. Roma è letteralmente impazzita nelle fan zone dedicate ai supporter, già collaudate in occasione della semifinale vinta dalla Nazionale contro la Spagna.
La gioia dei tifosi è esplosa in particolare a piazza del Popolo – tra le più grandi aree allestite in Europa per questo tipo di evento – accessibile solo tramite prenotazione, con una capienza massima consentita di 2.500 posti. Altri mille in estasi ai Fori Imperiali. Il rischio di eccessi da parte dei tifosi, soprattutto nel dopopartita, ha spinto nella Capitale al transennamento di alcuni monumenti in centro storico, come in zona Campo de’ Fiori, piazza di Spagna e Fontana di Trevi.
A Napoli fuochi d’artificio, botti e caroselli d’auto come a Capodanno: le ‘batterie’ sono state fatte esplodere in diversi quartieri della città ed anche sul lungomare. In giro auto con le bandiere dell’Italia fuori dai finestrini. Nelle zone balneari, sul litorale romano ad esempio, l’accesso è stato possibile solo con mascherine e mantenendo la distanza di un metro l’uno dall’altro, regole che però sono quasi ovunque saltate dopo la vittoria.. In molte città la prudenza e la paura di assembramenti ha suggerito di non installare i maxi-schermi, come inizialmente previsto. Ad esempio a Milano nessuna proiezione in piazza proprio per evitare i rischi di contagio, ma i festeggiamenti sono stati rumorosi nelle aree di ritrovo, come l’Arena Milano Est, in zona Lambrate e il giardino della Triennale. Stessa scene anche a Venezia, Padova, Trieste, Palermo, Cagliari, Sassari e altrove, ma non c’è stata città in cui i tifosi non siano scesi in piazza o a cantare fuori dai balconi, proprio come nelle scene del lockdown che ora sembrano quasi dimenticate.