Vivere in uno stabilimento guidato dalla camorra a cui bisognava chiedere il permesso per poter uscire sperando che la risposta fosse affermativa ogni volta: è l’incubo a cui sono stati costretti a sottostare i residenti di una palazzina ubicata a Caivano, presa in ostaggio perché funzionale allo spaccio di droga.
Nel corso di una delicata operazione guidata dal comandante Diego Miggiano, i carabinieri della compagnia di Casoria hanno libero gli inquilini prigionieri arrestando tredici persone e grazie al supporto di filmati video è stato possibile ricostruire con esattezza lo schema con cui andava avanti la vendita di sostanze stupefacenti: gli acquirenti arrivavano davanti al portone del palazzo – chiuso dall’interno per controllare le entrate e le uscite – e si rivolgevano allo spacciatore attraverso la feritoia che permetteva così a quest’ultimo di mantenere segreta la propria identità. Erano state istallate anche delle telecamere in posti strategici lungo la zona incriminata per prevenire l’arrivo delle forze dell’ordine.
Altri collaboratori erano incaricati di regolare il flusso di clienti per far sì che non destassero troppo l’attenzione, così come di garantire sempre una copertura all’esterno 24 ore su 24.