Il sindaco di Portici ha dichiarato che il giorno dei funerali di Tullio e Giuseppe, i due ragazzi uccisi ad Ercolano, sarà lutto cittadino per la comunità di Portici. Intanto l’assassino dal carcere chiede scusa alle famiglie.
Sin dalle prime notizie di due ragazzi uccisi nella notte ad Ercolano da 6 colpi di pistola sparati da un autotrasportatore di 53 anni, il primo cittadino di Portici Vincenzo Cuomo, città natale dei due ragazzi, si era stretto insieme alla comunità della quale è portavoce intorno al dolore delle famiglie. Oggi arriva la notizia che, quando le salme di Tullio e Giuseppe, rispettivamente 27 e 26 anni, verranno restituite alle famiglie per i funerali, la città di Portici dichiarerà il lutto cittadino. Si tratta di un gesto simbolico che ha, tuttavia, un’eco maggiore: l’amministrazione del comune ha, infatti, da subito dichiarato – e già dimostrato – che sarà al fianco delle famiglie per condividere il dolore, ma soprattutto per cercare la verità.
È impossibile descrivere l’atrocità di un dolore tanto crudele come quello di non vedere più un figlio perché ammazzato con dei colpi di arma da fuoco per cause incredibili ed assurde.Quello che è successo a Giuseppe e Tullio sarebbe potuto accadere a ciascuno di noi o ad un nostro figlio. Ho condiviso il dolore dei genitori e dei parenti di Giuseppe e Tullio, due ragazzi solari, due persone buone, due giovani apprezzati ed amati dalla nostra comunità.
L’assassino in carcere chiede scusa alle famiglie
Intanto Vincenzo Palumbo, l’uomo che ha sparato i 6 colpi di pistola contro l’auto che sostava in via Marsiglia con all’interno i due ragazzi, ha trascorso la sua prima notte in carcere. Il suo avvocato d’ufficio Francesco Pepe si fa portavoce di un messaggio del suo assistito che, immediatamente, chiede scusa alle famiglie delle due vittime.
Stando alle dichiarazioni di Palumbo, i colpi sarebbero stati esplosi perché aveva scambiato i ragazzi per due rapinatori: già in passato, infatti, Palumbo era stato vittima di diversi furti. Sono ancora molti, tuttavia, i nodi da sciogliere, ad esempio il numero eccessivo di spari, tutti ad altezza d’uomo, e perché Palumbo non abbia sparato almeno un colpo in aria, dando la possibilità ai due ragazzi di allontanarsi.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i 6 colpi di pistola sarebbero stati esplosi da Palumbo dal terrazzo di casa sua. I due ragazzi non avrebbero avuto la possibilità di scappare anche se, dai danni ritrovati sull’auto e da alcune prime testimonianze del vicinato, pare che il guidatore avrebbe tentato la fuga prima di essere colpito mortalmente dal proiettile.
Saranno la perizia balistica e l’autopsia disposta sui corpi delle due vittime a chiarire questi dubbi. Intanto, Vincenzo Palumbo rimane in carcere con l’accusa di doppio omicidio volontario.
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