Il 17 dicembre 2021 il gruppo artistico “Se Dici Mani” presenterà il suo video “Se Dici Periferie“, progetto mostra a cura di Susanna Crispino, che riunisce le opere del gruppo. L’evento si terrà presso il Complesso Monumentale San Dominico Maggiore, sala Capitolo, alle ore 16:30.
Il 17 dicembre 2021 il gruppo artistico “Se Dici Mani” presenterà il suo video “Se Dici Periferie“, progetto mostra a cura di Susanna Crispino, che riunisce le opere del gruppo. L’evento si terrà presso il Complesso Monumentale San Dominico Maggiore, sala Capitolo, alle ore 16:30.
Napoli è una città complessa, dove lo scarto tra centro e periferia appare evidente, come una lacerazione territoriale incancellabile. Una contraddizione che si incista nella geografia metropolitana e che si ripete altrove.
Emma A. Viviani, Energie Ribelli
Sono questi i temi da cui si sviluppa la mostra Se Dici Periferie, elaborata ad opera delle artiste del gruppo Se Dici Mani.
La mostra, che si è tenuta sempre nel medesimo complesso Monumentale San Domenico Maggiore, ha quindi visto riunite le opere delle varie artiste del gruppo, composto da: Anna Crescenzi, Mina Di Nardo, Consiglia Giovine, Nicca Iovinella, Anna Maglio.
Se Dici Mani
Se dici mani nasce nel 2018 a Napoli. Tramite esso, cinque donne artiste con in comune una spiccata sensibilità verso tematiche ambientali e sociali, esprimono attraverso questa comunione di intenti i loro progetti artistici, risultati di esperienze individuali che si traducono in un unico lavoro collettivo.
La mostra Se Dici Periferie
Il progetto della mostra corale Se Dici Periferie, trae dunque origine proprio dal concetto di Periferie, intese non come zone geografiche lontane da un centro, ma come spazio fisico metaforico; spazio che da un lato è isolato e impossibilitato a trovare legami o relazioni e dall’altro ricco di potenzialità, di desiderio di sperimentazione ed in continuo movimento.
L’obiettivo della mostra e delle opere è quindi quello di creare legami di senso tra il centro e la periferia, discorso applicabile a ogni metropoli moderna. Chi vive ogni giorno la città, conosce perfettamente questa dicotomia tra centro e periferia, una contrapposizione drammatica che determina uno spaesamento, un senso di estraniamento capillare e profondo. La periferia non si sposa con il centro, rimane geograficamente esclusa, un anello spento di case che circonda il centro acceso e pulsante di vita.
La rappresentazione delle periferie
Alla luce di queste considerazioni, le artiste hanno elaborato un progetto basato sul “policentrismo”. Nel fare questo la periferia viene quindi vista indipendentemente dalla collocazione urbanistica, come spazio fisico o metaforico ma allo stesso tempo ricco di potenzialità, di desiderio di sperimentazione ed in continuo fermento. Una narrazione fatta di cose e di gesti che si proietta in un determinato spazio. La curatrice, Susanna Crispino, spiega come le azioni della artiste, vestite di nero, mirino alla costruzione di una struttura geometrica che simboleggia la capacità di riscatto della periferia.
Nel mentre, su una struttura di carta, scorrono le fotografie delle aree urbane intorno a Napoli. Immagini in bianco e nero per simboleggiare il degrado, ed a colori per infondere un senso di energie e riscatto. Il video viene proiettato sulla struttura dall’alto. Una esperienza multisensoriale che investe il fruitore con ogni canale possibile. Nell’aria, il suono del il fruscio della carta e soprattutto della Murga della Bandabaleno (gruppo di artisti di strada nato come progetto pedagogico a Scampia nel 2008. Esso è poi divenuto una formazione stabile grazie prevalentemente ai giovani del quartiere).
L’arte di strada brasiliana, con il ritmo dei suoi strumenti, i passi che simboleggiano la liberazione degli schiavi, la sferzata parodistica e le canzoni satiriche, si sposano con l’ energia potenziale e il fermento della Periferia.
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