Luca Piscopo è deceduto a causa della salmonellosi dopo aver mangiato in un noto ristorante giapponese nel cuore del Vomero. Gli inquirenti cercano tracce del batterio nel locale e nelle attrezzature.
La Procura di Napoli ha sequestrato il noto ristorante di sushi Sumo, ubicato a Piazza Vanvitelli, nel cuore del Vomero. Il locale negli ultimi giorni è tristemente balzato agli onori della cronaca a causa della morte del giovanissimo studente Luca Piscopo, che aveva pranzato con alcuni amici nel ristorante lo scorso 23 novembre. Un vero e proprio ciclone che si è abbattuto sul locale, che è quindi attualmente sotto sequestro. Sequestro che è stato sottoposto d’urgenza dopo i primi dati relativi all’autopsia sul 15enne, deceduto il 2 dicembre; nei tessuti infatti sono state rinvenute tracce di salmonellosi.
Chiudendo il locale gli inquirenti hanno inteso prevenire altre possibili intossicazioni. L’obiettivo degli inquirenti è esaminare il locale e le sue attrezzature per cercare tracce del batterio della salmonella e verificare il funzionamento e l’idoneità degli abbattitori, necessari per rendere commestibile il pesce crudo.
Già nei giorni scorsi, i familiari del ragazzo avevano chiesto alla magistratura di indagare a fondo per capire le ragioni della morte di Luca. Per ora sono indagati il titolare del ristorante dove ha mangiato il 15enne e il medico che lo ha curato.
Le indagini
Le indagini hanno portato ad una sconcertante scoperta e fanno maggiore chiarezza sulla dinamica dei fatti. Il ristorante avrebbe infatti venduto per oltre un anno cibo da ritenersi a rischio. Cibo non tracciato, di dubbia provenienza e in condizioni sanitarie ritenute al limite. Addirittura nel congelatore mancava il termometro per controllare la temperatura degli alimenti. Tutti elementi cruciali per ricostruire quanto accaduto. Delle mancanze gravissime, trattandosi soprattutto di pesce da servire crudo e che va quindi conservato e trattato in specifiche e controllate condizioni, che però non sono state rispettate.
I reati contestati
Nel registro degli indagati sono finiti Xie Jiangtao, 25enne di origine cinesi e titolare del ristorante, e Gaetano Di Palma, di 61, medico di base della famiglia Piscopo. Entrambi sono accusati dai PM Federica D’Amodio e Luigi Landolfi di omicidio colposo. Nel caso del ristorante si aggiunge anche la vendita di sostanze nocive. Dalle indagini è emerso che Luca, curato con antipiretici ed antibiotici, cominciava a sentirsi meglio e per questo non era stato ricoverato.
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