Tensioni al confine tra Ucraina e Russia. Putin si rivela pronto per l’ escalation
Ucraina: cosa sta succedendo?
Il 2022 non sarà l’anno ricordato per la probabile fine della pandemia bensì per l’ascesa dei nuovi romanzi di Tom Clancy. Il Jack Ryan è nuovamente in Russia, stavolta per evitare l’invasione dell’Ucraina. Ma la storia è più imprevedibile della letteratura perché anche Clancy ignora come terminerà la crisi russo-ucraina. Per alcuni fantapolitica, per altri lo stato d’allerta reale vissuto da 42 milioni di persone.
Uno scenario da incubo di un confronto militare sta per riaffacciarsi in Europa”: questi i toni bellicosi del Ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov. Ma non sono soltanto parole: circa 75 mila soldati di Putin sono schierati lungo gli hot-spot del confine russo-ucraino. A novembre 2021, la CSIS ha rilevato un aumento delle strutture per lo stoccaggio e l’alloggiamento di truppe nella città bielorussa di Yelnya (confine nord a 300 km dall’Oblast di Kernik). Altre basi sono più attive che mai, come quelle di Boyevo a soli 350 km dalla città di Kharkyv, sfuggita al secessionismo del 2014. A sud-est, a 200 km dal Donbass, sono a loro volta pronte le truppe di Perianovska e dell’intera Crimea (dove ogni giorno si tengono esercitazioni a fuoco vivo). Più lontano dalla prima linea, le immagini satellitari pubblicate e trasmesse da molti media, mostrano le manovre e le esercitazioni di 175 mila unità combattenti. Un numero che dimostra l’add- on che Putin ha messo in campo per intimorire ed ulteriormente destabilizzare l’integrità e l’ordine nazionale dell’Ucraina. Le pedine di Putin hanno insomma accerchiato il paese, il quale ha ricevuto diversi aiuti militari dall’Occidente, in termini di tecnologia, logistica e sistemi antiaerei.
Difficili prospettive di accordo
Il 31 gennaio 2021,i compagni di merenda USA hanno richiesto un vertice Unsc per avviare una potente offensiva diplomatica volta ad evitare il paventato attacco russo all’Ucraina .
Ma Putin non molla: come sottolineato dal vice ambasciatore russo delle Nazioni Unite D. Polyansky, gli USA hanno proposto di discutere solo di “accuse e ipotesi infondate”. Dal canto suo la Russia, non ha affatto escluso la possibilità reale di un’ aggressione (“legittimata” da un ipotetico ingresso dell’Ucraina nella Nato) ma continua a dimostrare maggiore interesse ad una ricezione comune della soluzione diplomatica . A partire dal 7 dicembre del 2021 hanno infatti avuto luogo diversi incontri tra i leader di Mosca e Washington. Un certo risalto hanno avuto i colloqui, avvenuti fra il30 dicembre e il 13 gennaio, tra i paesi Nato e dell’Organizzazione per la Sicurezza in Europa.
I fitti negoziati hanno avuto come obiettivo principale il raggiungimento di alcuni compromessi che, per ora, non sono stati raggiunti.
Questi ultimi sono le richieste che, se accettate, permetterebbero all’alleanza atlantica di non superare le cosiddette “linee rosse”. Tra queste, la richiesta russa di impedire alla Nato di accogliere l’Ucraina al suo interno e di interrompere qualsiasi tipo di collaborazione militare con gli ex paesi URSS e del patto di Varsavia (i punti dolenti sono Ucraina e Georgia). Putin insegue in altri termini una contrazione dell’area di influenza occidentale; un obiettivo che tanto “salverebbe” la credibilità strategica e politica della Russia. Ovviamente la proposta del Cremlino non è stata considerata ricevibile dagli USA e d ai loro alleati europei. Biden conferma la volontà degli americani e della Nato di mantenere lo status-quo .