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Battaglione Azov: le forze paramilitari estremiste ucraine e il mito della supremazia nazista

Nel 2014 è avvenuto in Ucraina quello che potrebbe definirsi un golpe. Con l’appoggio degli Stati Uniti, il governo filorusso di Viktor Janukovyč venne rovesciato. In questa vicenda, un ruolo fondamentale lo ebbero alcuni gruppi paramilitari di estrema destra, tra cui il Battaglione Azov. Molte di queste unità militari vennero a costituirsi proprio durante tale conflitto, nel quale diedero un grosso contributo alle truppe di Kiev in diverse battaglie contro i separatisti filo-russi del Donbass, come nella battaglia di Mariuopol, nella regione di Donetsk, dove consentirono la riconquista della città nel giugno del 2014. In seguito, queste forze vennero ufficialmente incorporate nella Guardia Nazionale del territorio ucraino.

Il Battaglione Azov prende le mosse da Andriy Biletsky, un ex-militare noto come “Führer bianco” e considerato il difensore dell’arianità della razza Ucraina, all’epoca capo del gruppo di Ultras “Setta 82” della squadra di calcio Metalist Kharkiv. Il gruppo paramilitare si ispira al pensiero suprematista secondo il quale gli ucraini sarebbero una razza bianca e pura e, al fine di mantenere tale purezza, combattono i russi. Come da testimonianza al forte richiamo dell’ideologia nazista, quest’unità paramilitare utilizzava in origine simboli come il Wolfsengel e il sole nero, entrambe avvolti dai colori giallo blu dell’Ucraina, mentre oggi rimane solo il Wolfsangel.

In seguito all’incorporazione dei gruppi paramilitari nella Guardia Nazionale, Andrei Bilestky istituì un corpo di vigilanza civile “I reparti nazionali”, formato per lo più dai suoi veterani, il quale, in seguito alla fusione con altri due gruppi di militanti neonazisti, ha portato alla formazione della “Milizia Nazionale”. Ad oggi, questa opera ai danni di chiunque non soddisfi, secondo il proprio pensiero estremista, i canoni di ordine e decoro delle strade, come le minoranze etniche, i Rom, i membri della comunità LGBT e così via.

Già nel conflitto del 2014, il Battaglione Azov si rese protagonista di una forte escalation di violenze – torture, stupri, saccheggicompiute tanto sui prigionieri quanto sui semplici cittadini russofoni delle città riconquistate da Kiev. In seguito, il gruppo di estrema destra venne coinvolto in attacchi brutali nei confronti delle minoranze romene e LGBTQ. In un rapporto pubblicato nel 2016 dall’Alto Commissario per i Diritti Umanitari delle Nazioni Unite si rende noto che i soldati di Azov hanno stuprato e torturato civili durante gli scontri Ucraina-Russia nel periodo da agosto a settembre del 2014. Amnesty International stessa si è mossa contro questi gruppi paramilitari radicali, chiedendone lo scioglimento al governo ucraino, ma la richiesta non è mai stata considerata.

Il Battaglione Azov e la Milizia Nazionale in seguito stanno riesumando il mito della supremazia nazista e costituiscono un forte richiamo per i militanti neonazisti e della destra radicale. Non a caso, stanno ricevendo affiliazioni da mezza Europa, Italia inclusa.

 

Maria Rita Balletta
Maria Rita Balletta
Studentessa di Giornalismo ed Editoria presso l'Università di Roma Tre. Appassionata di Cultura, Ambiente e Sport.
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