Irina Maliarenko morì nella notte tra il 29 febbraio ed il 1 marzo 2020 all’ ospedale dei Pellegrini di Napoli, proprio mentre il pronto soccorso veniva preso d’assalto dai familiari ed amici di Ugo Russo.
Irina era ricoverata con la milza spappolata ed altre lesioni provocate dalle botte dell’ex compagno.
Irina è morta senza l’attenzione necessaria dei medici che, in quel momento, si trovarono ad affrontare un’emergenza inattesa: la devastazione del pronto soccorso ad opera di parenti e amici di Ugo Russo. Quindicenne arrivato privo di vita al Pellegrini dopo essere stato raggiunto ripetutamente dai proiettili esplosi da un carabiniere fuori dal servizio al quale il minore, armato di una pistola giocattolo, aveva cercato di sottrarre l’orologio.
La donna 39enne di origini ucraine è morta nell’indifferenza generale, come se fosse stata ammazzata due volte.
Il 26 Giugno 2020 è stata allestita una panchina rossa per Irina. Su iniziativa della Regione Campania e dell’Asl partenopea come «monumento civile che possa fornire spunto di riflessione e risposte culturali ed educative a tutte le donne vittime di violenza», si legge sul cartello che accompagna la panchina.
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