Nel lungo percorso di emancipazione della donna, la conquista del diritto di voto ha richiesto sforzi prolungati, spesso vanificati non solo da pregiudizi e resistenze da parte delle classi dirigenti, ma anche da interpretazioni forzate della normativa, da sentenze delle corti d’appello che pur riconoscendo in astratto tale diritto ne bloccavano l’esercizio per ragioni di “opportunità”, dall’interruzione delle legislature ogni qualvolta i progetti di legge sembravano avere qualche chance di successo.
E forse non è un caso che il riconoscimento avvenne con un atto sostanzialmente rivoluzionario, un decreto dell’esecutivo di un governo provvisorio, che solo successivamente fu ratificato da assemblee elette. Forse fu grazie a questo che si riuscì a superare i pregiudizi della classe dirigente italiana. Se si scorrono, infatti, i lavori parlamentari nelle legislature tra le due guerre, si troveranno queste motivazioni contro l’estensione del voto: la minore intelligenza della donna, la sua insostituibile missione all’interno della famiglia, la sua incapacità fisica e mentale a trattare problematiche politiche, il rischio che potesse divenire facile preda della propaganda socialista o clericale, la sua “naturale” indifferenza ai temi della politica etc.
Con la legge del 45, l’Italia prendeva finalmente posto tra i Paesi che avevano eliminato dal proprio ordinamento le discriminazioni politiche per motivi di sesso. A tanto aveva sicuramente contribuito il ruolo svolto dalle donne nelle due guerre mondiali, in sostituzione degli uomini al fronte, in molti campi della vita sociale.
FIDAPA Caserta sceglie di ripercorrere questo cammino per celebrare l’8 marzo, quale occasione di aprire una riflessione sull’ancora attuale problema della partecipazione delle donne alla vita politica, della rappresentanza ai vari livelli, di base e di vertice, della ragionevolezza o meno della soluzione in base a quote rosa.
Una riflessione sull’importanza del non sprecare le lotte di tante donne per la conquista di un diritto così a lungo negato, del non dare per scontato un diritto che è costato tante lotte, costituisce una esortazione alla partecipazione, all’esercizio di un diritto/dovere, al fornire il contributo di una visione femminile alla costruzione di un futuro del nostro paese.