Violenze di ogni genere ed abusi sessuali sulle donne, scenario comune si ripete anche in Ucraina. Stupro già usato come arma in Iraq, Syria e Jugoslavia
Di Nicolaos Nicolau
Sono infinite le brutalità ammesse in guerra, tra di esse una delle armi più immorali sono lo stupro e gli abusi su migliaia di donne. Gli stupri di guerra sono gli stupri commessi da militari e civili durante conflitti armati e occupazioni militari. Assieme alla schiavitù sessuale sono riconosciuti dalle Convenzioni di Ginevra come crimini contro l’umanità e di guerra. Il tema ha radici ben legate ai primi conflitti mondiali, la storia ricorda intere comunità di donne costrette a prostituirsi per il nemico come le comfort women della seconda guerra mondiale. Ma grandi testimonianze risalgono anche ai recenti conflitti in Jugoslavia, Cecenia, Iraq sotto forma di pulizia etnica e Siria. Nel corso di quest’ultima, lo stupro fu adottato sistematicamente dai soldati di Assad come forma di tortura per sedare le rivolte civili del 2011. Attualmente, i retroscena riguardanti la guerra in Ucraina non sono ancora nitidi nonostante le accuse di stupro aumentino ogni giorno. E’ bene ricordare che la popolazione civile è la vittima principale dell’invasione russa, quest’ultima in larga espansione nelle ultime settimane. Il disastro avviene soprattutto quando una grande fetta di civili ucraini si ritrova ad essere chiusa in grandi zone occupate.
Le accuse e testimonianze di stupro
La testimonianza principale risale agli ultimi giorni da parte di Ihor Sapozhko, 45enne sindaco di Brovary. La città di circa 140.000 abitanti situata a una ventina di chilometri dai quartieri orientali della capitale è attualmente circondata da centinaia di plotoni russi. “I soldati violentano le donne ucraine. Sappiamo che avviene, lo raccontano sottovoce tanti tra coloro che scappano dalle zone occupate. È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo già a conoscenza di casi specifici” – afferma il primo cittadino di Brovary.
“Dai racconti dei testimoni risulta che alcuni comandanti russi aizzano i loro soldati ad aggredire le mogli e le figlie dei nostri militari o dei volontari civili combattenti che trovano nelle case. In altri frangenti sappiamo però che hanno punito i violentatori. Ci hanno detto da più fonti che almeno in una circostanza hanno violato le nostre soldatesse catturate durante la battaglia all’aeroporto di Hostomel, nei primi giorni della guerra. Non sappiamo il loro numero, laggiù si continua a combattere. Ma le vittime non possono testimoniarlo, dopo la violenza le hanno uccise, forse impiccate o tagliate e pezzi per nascondere le prove”- continua la denuncia di Ihor.
Nelle ultime ore fa sentire anche la propria voce la vicepremier ucraina Olha Stefanishyna. La vice-pm ucraina riafferma le accuse di genocidio contro la Russia, ma aggiunge inoltre che donne ucraine sono state stuprate e uccise dai soldati russi. “Ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra verrà chiamato a risponderne , donne ucraine noi rimarremo unite e prevarremo”. (ANSA).