In gergo popolare siamo ormai soliti chiamare “Pasquetta” il lunedì successivo alla Pasqua: giorno di Pasquetta che, come sappiamo, da tradizione è anche noto come “lunedì dell’Angelo”, ossia il giorno in cui Maria Maddalena e la Madonna si recarono al sepolcro di Gesù e lo trovarono aperto e vuoto. Un angelo annunciò loro il miracolo della Resurrezione e da qui il nome di “lunedì dell’Angelo”.
Ma in realtà si tratta di un errore, di un falso mito: perché? Il problema nasce dal fatto che i testi sacri riportano effettivamente l’accaduto delle donne al sepolcro, ma va presa in considerazione in questo caso la Pasqua ebraica e non quella cristiana, dal momento che all’epoca dei Vangeli per “Pasqua” si intendeva la liberazione del popolo di Israele da parte di Mosè e, da tradizione, cade di sabato e non di domenica.
Altro errore da associare a questo giorno è proprio la dicitura “in Albis”: sempre facendo riferimento ai testi sacri, essendo nota all’epoca dei Vangeli la Pasqua da associare alla liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto da parte di Mosè, di conseguenza esisteva la domenica successiva alla Pasqua, nota appunto come “domenica in Albis”.
Albis deriva dal latino “Albus” e significa “bianco”, e sta ad indicare la tradizione, in voga fino a qualche decennio fa, di battezzare i neonati nella notte di Pasqua e di vestirli, per l’occasione, con un abito bianco che stava ad indicare la purezza: vestitini che i neonati dovevano indossare per l’intera settimana dopo il battesimo, settimana quindi nota come “settimana in Albis.
Possiamo quindi concludere questo articolo chiarendo che il nome di lunedì “in Albis” è stato affibbiato dalla tradizione al solo lunedì probabilmente per simboleggiare l’inizio della settimana “in Albis” o per indicare il primo giorno dopo il battesimo in cui i bambini indossavano l’abito bianco.
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