Nella serata di ieri, mercoledì 20 aprile, si è tenuto il primo ed unico dibattito tra i candidati alla Presidenza della Repubblica francese: Emmanuel Macron, presidente uscente, e Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Rassemblement National.
Il secondo turno delle elezioni presidenziali si terrà domenica 24 aprile. I due candidati arrivano al voto dopo un primo turno molto aperto, che ha visto vincitore l’attuale presidente francese con il 27.85% dei voti, contro il 23.15% di Le Pen, che ha superato di poco il leader del partito di sinistra radicale France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. Saranno proprio i voti degli elettori di Mélenchon ad essere decisivi in vista del secondo turno e sembrano essere equamente distribuiti, almeno nei sondaggi, tra Macron e Le Pen, nonostante l’appello di Mélenchon a “non votare per nessun motivo Le Pen”, non esprimendo comunque un chiaro endorsement al presidente uscente.
L’ultimo dibattito tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen si è tenuto nel 2017, anche allora prima del ballottaggio che vide uscire nettamente vincitore l’allora leader del partito En Marche! con il 66.1% dei voti.
Il dibattito di ieri è stato trasmesso in diretta televisiva dalle reti televisive francesi TMF1 e France 2. Gli interventi dei due candidati erano cronometrati, e mentre uno parlava, il microfono dell’altro era spento. Hanno avuto l’opportunità di confrontarsi per quasi tre ore su una grande varietà di temi: politica estera, principalmente il conflitto ucraino, politiche sociali, ambientali, monetarie, e per concludere crimine e immigrazione.
Le posizioni politiche di Marine Le Pen sono ritenute controverse da gran parte degli analisti internazionali, nonostante la leader di estrema destra abbia tentato negli ultimi anni, e soprattutto durante quest’ultima campagna elettorale, di mostrarsi più moderata, avviando un processo che è stato definito di dédiabolisation, dediavolizzazione. Le Pen ha molto beneficiato della candidatura del giornalista ed opinionista Eric Zemmour, che ha espresso posizioni inaccettabili perfino per Le Pen, rendendo la sua candidatura meno controversa per buona parte degli elettori francesi.
Ciononostante i legami della leader del Rassemblement National con la Russia restano un fardello di cui è difficile liberarsi, e anche durante il dibattito Le Pen ha dovuto difendersi dalle accuse di Macron di essere “dipendente dal potere russo”. Il presidente uscente le ha rinfacciato di aver ricevuto fondi per un totale di 9.4 milioni di euro dalla Russia. Le Pen si è difesa dicendo di non essere dipendente da nessuno, e che ha dovuto accettare prestiti da fondi esteri perché in patria non le venivano concessi.
Sulle politiche sociali, Le Pen ha attaccato il piano pensionistico di Macron, uno dei punti cardine della sua campagna elettorale. Il presidente uscente ha proposto di alzare l’età pensionabile a 65 anni, anche se dopo il primo turno si è detto disposto a discutere di un piano che ne preveda l’abbassamento a 64. Le Pen, d’altro canto, vorrebbe addirittura proporre di abbassare il limite a 60 anni, piano che Macron definisce “non fattibile”.
Le Pen ha aspramente criticato Macron per l’aumento dell’IVA sul diesel, dettata dalle politiche ambientali dell’attuale presidente francese, che nel 2018 scatenò la protesta dei gilet gialli. Macron ha risposto dando alla sua contendente della “scettica del clima”, affermando che all’interno del programma di Le Pen non ci sia un solo accenno a proposte ecologiste di lotta al cambiamento climatico. Le Pen ha risposto dando a Macron dell'”ipocrita del clima”.
Il focus si è poi spostato sulla controversa proposta di Le Pen di vietare l’hijab, il velo islamico. Macron ha accusato Le Pen di “incitare una guerra civile se dovesse vietare l’hijab”. Accusa alla quale la leader del Rassemblement National ha risposto affermando che il velo islamico sia un simbolo imposto dagli islamisti.
Non sono mancate critiche ad entrambi, con il presidente uscente che è stato definito eccessivamente arrogante, e Le Pen come incapace di mascherare le sue posizioni estremiste dietro la sua nuova patina di moderazione. Dai sondaggi immediatamente successivi al dibattito pare sia stato però Macron ad uscirne vincitore, secondo gli elettori francesi, con il presidente uscente che si presenterà da favorito al ballottaggio di domenica. Il modello predittivo del The Economist individua Macron come vincitore in 93 possibili scenari su 100.