La Russia, impegnata nel conflitto in Ucraina e alle prese con la strenua resistenza dell’esercito e del popolo ucraino, tradottasi anche nell’affondamento della nave ammiraglia Moskva, sembra aver deputato la difesa del mare ad un altro tipo di mammifero: i delfini.
Il comando russo ha mobilitato delfini addestrati all’entrata di un porto di grande rilevanza strategica nel Mar Nero, quello di Sebastopoli, in Crimea. Apparentemente i mammiferi sarebbero stati mobilitati per proteggere la base navale da potenziali attacchi dell’Ucraina, secondo l’USNI, Istituto Navale degli Stati Uniti, che ha analizzato delle immagini satellitari fornite dalla società Maxar.
Stando all’analisi delle immagini satellitari, poco prima dell’inizio dell’invasione ucraina, la Russia avrebbe installato dei recinti per delfini nel porto di Sebastopoli.
L’affondamento della nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, la Moskva, è stata un colpo sia dal punto di vista strategico sia d’immagine per gli sforzi in campo bellico e propogandistici del Cremlino. Dunque, la protezione delle navi rimanenti in quest’area è diventata una priorità assoluta per l’esercito russo.
Durante l’epoca sovietica, la Russia aveva usato la base di Sebastopoli per addestrare delfini alla ricerca di mine sui fondali marini, secondo il Moscow Times. Dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991, l’Ucraina ha ereditato i delfini e li ha riaddestrati nell’ambito di un progetto terapeutico per bambini disabili.
Dopo la riannessione della Crimea da parte della Russia, nel 2014, il governo di Vladimir Putin si è impossessato nuovamente dei delfini, reinstituendo il programma di addestramento militare.
Nell’aprile del 2019, l’avvistamento di una beluga con un’imbracatura, in Norvegia, aveva fornito ulteriori indizi sull’espansione del programma. Il cetaceo era fornito anche di una telecamera e un’etichetta che recitava “Equipaggiamento San Pietroburgo”.
Le abilità di immersione dei delfini, così come il loro sistema di comunicazione e navigazione sonar, li rende degli strumenti di rilevamento subacqueo straordinari, più di ogni altro strumento tecnologico.
Gli attivisti per i diritti degli animali protestano frequentemente per l’utilizzo dei mammiferi marini in guerra, affermando che non hanno l’abilità di arruolarsi volontariamente, e che dunque il loro coinvolgimento in attività belliche sia una barbarie.
Fin dal periodo della Guerra Fredda, tuttavia, sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti hanno mobilitato mammiferi marini nei mari, col compito di rilevare eventuali mine subacquee.
Durante la Guerra del Vietnam, gli Stati Uniti hanno usato delfini e leoni marini per la ricerca di oggetti sui fondali e per il pattugliamento dei confini marini.