Ha preso di mira gli interessi della fazione del clan dei Casalesi capeggiata dal boss Francesco Schiavone in settori economici di grande rilievo, come gli appalti per i servizi della rete ferroviaria e la pavimentazione stradale, l’indagine coordinata dalla Procura di Napoli (pm Ardituro e Arlomede) che oggi ha portato all’esecuzione da parte dei carabinieri di Caserta, della DIA di Napoli e del NIC del DAP, di 35 misure cautelari e di un sequestro di beni per 50 milioni di euro.
I reati contestati, a vario titolo, agli indagati, sono estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, riciclaggio aggravati in quanto commessi agevolando un’organizzazione mafiosa.
Figurano anche un avvocato e il responsabile di un’agenzia bancaria, tra i destinatari delle 35 misure cautelari (17 in carcere, 17 ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) notificate stamattina a 35 indagati nell’ambito dell’inchiesta.
Ad entrambi gli inquirenti contestano di avere rivelato a una delle persone indagate, l’esistenza dell’attività investigativa. Le indagini patrimoniali della DIA, scrive in una nota il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, hanno consentito di fare luce sui “complessi meccanismi di riciclaggio e di illecita interposizione negoziale, come tali considerati al fine del sequestro preventivo di quote sociali e immobili”. Le misure cautelari – emesse sulla base di due diversi procedimenti – sono state emesse dal Gip di Napoli, su richiesta della DDA e notificate a Napoli, Caserta, Roma, Bari e Lecco.